Bari, Patrizia D’Addario dai giudici il 7 ottobre per calunnia e minaccia a pubblici ufficiali

Pubblicato il 24 Giugno 2010 - 15:24 OLTRE 6 MESI FA

Patrizia D'Addario

Un ispettore di polizia, Antonella Gallinotti, ha deposto dinanzi al tribunale di Bari al processo alla escort barese Patrizia D’Addario (non presente in aula) accusata di violenza o minaccia a pubblici ufficiali, calunnia e di rifiuto di fornire indicazioni sulla propria identita’ personale.

I fatti risalgono al 28 febbraio e al 17 marzo 2007. La poliziotta, rispondendo alle domande delle parti, ha detto di aver visto, il 17 marzo 2007, nel commissariato di Bari-Carrassi, D’Addario mentre, in preda ad uno stato di agitazione, urlava e diceva agli agenti: ”Mi avete chiuso in una stanza, voglio andare via”. D’Addario – ha aggiunto l’ispettore – era ”in compagnia di Marisa Scopece”, la prostituta ventitreenne uccisa l’11 settembre 2007, nelle campagne di Barletta, con otto colpi di pistola, dopo essere stata violentata da piu’ persone; il corpo poi venne bruciato.

Oggi era previsto l’interrogatorio di D’Addario ma la 43enne non si e’ presentata e l’audizione e’ slittata al 7 ottobre. Il reato di violenza o minacce a pubblici ufficiali fa riferimento al fatto che la escort tento’ di fare in modo che due agenti di polizia evitassero la rimozione forzata della sua ‘Lancia Y’ parcheggiata in sosta vietata nella centralissima via Sparano; per evitare di essere identificata dai due agenti, la donna – secondo l’accusa – disse loro ”Adesso vi faccio vedere come mi sento male e vediamo poi cosa fate, lasciatemi andare via che e’ meglio per voi”.

E ancora, ”Chiamo i giornalisti e ve la faccio pagare cara, b…”. I poliziotti chiamarono quindi un’ambulanza, ma D’Addario rifiuto’ le cure del medico del 118 che arrivo’ sul posto. Successivamente, il 17 marzo, D’Addario, per i fatti del 28 febbraio, fu convocata nel commissariato di polizia del rione Carrassi per eleggere il proprio domicilio e nominare il difensore di fiducia. Mentre era negli uffici di polizia avverti’ un malore e fu condotta al pronto soccorso in ambulanza dove i medici la giudicarono guaribile in tre giorni.

In ospedale la donna denuncio’ di essere stata ”trattenuta fisicamente in una stanza del posto di polizia – rione Carrassi – contro la sua volonta’ da persona sconosciuta e non in divisa”.