Pavia, rischia di crollare: chiuso il Ponte della Becca

Pubblicato il 26 Novembre 2010 - 03:36 OLTRE 6 MESI FA

Succede ogni anno: arriva l’autunno, piove e i fiumi si ingrossano. Un fatto che nella sua normalità sta mettendo a dura prova le infrastrutture lombarde. Prima, nel 2009, il crollo, in verità molto scenografico, e per fortuna senza vittime, del ponte sul Po tra Piacenza e San Rocco al Porto, e, ora, la difficoltà dello storico ponte della Becca a Pavia, che la Provincia di Pavia nei giorni scorsi si è trovata costretta a chiudere in fretta e furia dopo la scoperta di un cedimento di 4 centimetri di uno dei due giunti.

In realtà, a soffrire per la pressione dell’acqua del fiume ingrossatosi per le piogge e per la continua pressione dei camion “che spesso – raccontano dalla Provincia – eludono il divieto di transito per i mezzi di più di 20 quintali”, sembra siano tutti e 4 i piloni di sostegno.Dopo la sospensione del traffico, decisa lo scorso 17 novembre, i veicoli in transito sul ponte della Becca da Broni a Pavia sono stati deviati su altre due tragitti (Cava Manara e Spessa Po) creando non pochi malumori ai pendolari.

I lavori per rinforzare il ponte realizzato nel lontano 1912 in cemento e acciaio e renderlo più stabile con delle “stampelle” di due metri di diametro e 45 metri di lunghezza, sono cominciati immediatamente, servendosi della stessa “zattera” che era già stata usata a Piacenza per rimettere in sesto il ponte di san Rocco. “Contiamo di riaprire al traffico prima di Natale – aggiungono dalla Provincia- così da riuscire a dare un po’ d sollievo alle strade alternative al ponte il cui traffico ha congestionato le altre via di accesso alla città. Comunque, anche nell’ipotesi che il ponte dovesse riaprire, il transito sarà possibile solo per le auto: di camion e di Tir per adesso non se ne parla”. In realtà però, nonostante il ponte non sia più sotto alcun tipo di pressione che non sia quella dell’acqua, il timore a Pavia è ancora alto, e si teme che il pilastro danneggiato possa cedere ulteriormente. In tal caso, si renderebbe necessario un ulteriore intervento di consolidamento dell’intera struttura.