Pavia, l’università dovrà risarcire gli studenti: “Tasse troppo alte”

Pubblicato il 19 Novembre 2011 - 08:48 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’Università di Pavia dovrà risarcire tutti i propri studenti per aver aumentato le tasse, nell’anno accademico 2009-10, oltre il limite previsto dalla legge e rifondere all’Udu le spese di giudizio. Lo rende noto l’Unione degli universitari che aveva presentato un ricorso a questo proposito.

Una sentenza del Tar di Milano – informa l’associazione studentesca – condanna l’università lombarda a risarcire gli studenti aprendo ”la concreta possibilità” di ricorsi a catena in ogni Universita’ italiana.

La legge in materia di tasse studentesche, infatti, prevede che la sommatoria delle tasse di ogni singolo studente non passa superare il 20% dei fondi ministeriali (Ffo) per quell’ateneo. Il problema è che, con i tagli targati Gelmini-Tremonti, quasi tutte le universita’, per far cassa – spiega l’Udu – hanno aumentato le tasse agli studenti, andando a sfondare il tetto del 20% essendo di fatto, fuorilegge. L’Udu Pavia ha cercato prima di bloccare l’aumento, e poi, scoprendo nel Cda dell’Universita’ di Pavia che il tetto del 20% veniva sforato di circa 1 milione e 700 mila euro (1,33% circa) ha impugnato le delibere e ha presentato ricorso al Tar della Lombardia.

L’Udu – prosegue la nota – ha vinto il ricorso e, quindi, l’universita’ e’ stata condannata a restituire il surplus di oltre un milione e mezzo di euro agli studenti. Il Tar, inoltre ha respinto l’eccezione di incostituzionalita’ della soglia del 20% avanzata dall’Universita’ di Pavia, dichiarandola perfettamente legittima e ragionevole e comunque non lesiva dell’autonomia universitaria, condannando inoltre l’ateneo al pagamento delle spese processuali. ”E’ una sentenza storica e rivoluzionaria per l’Universita’ italiana- commenta Michele Orezzi, Coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari- il Tar Milano ha sancito quello che noi ripetiamo da tempo: il 20% non e’ un parametro indicativo bensi’ vincolante, perche’ tutela il diritto allo studio. Questa sentenza e’ un enorme argine verso l’innalzamento selvaggio delle tasse universitarie che sta diventando il peggiore ostacolo sociale per accedere al mondo accademico”.

”Questa sentenza e’ la risposta migliore che smonta quanto scritto nella lettera di Berlusconi inviata all’Unione Europea che ipotizzava un aumento selvaggio delle tasse per accedere all’Universita’- continua Orezzi- ed e’ un chiaro messaggio al nuovo Governo Monti e al neo Ministro Profumo: le tasse non solo non si possono piu’ alzare, ma sono gia’ ora troppo alte, tra le piu’ alte d’Europa”.

Orezzi, ex consigliere d’ Amministrazione a Pavia, proprio quando e’ stato iniziato il ricorso sottolinea che ”gia’ ora 2 atenei su 3, in Italia, sono fuorilegge perche’ superano il limite di tassazione previsto” e ritiene ”di corto respiro le giustificazioni dell’Universita’ di Pavia e di tutte le altre Universita’ che, prima sminuiscono la fondatezza delle nostre tesi, pienamente accolte dal Tar poi sono costrette ad agire di rimessa affermando che lo sforamento e’ da attribuirsi ai tagli della Gelmini, concludendo che saranno costrette a tagliare i servizi agli studenti”. ”Ci si chiede allora: perche’ le Universita’ fanno pagare ai propri studenti i tagli della Gelmini? Perche’ l’unica logica che viene proposta e’: se volete i servizi dovete pagarveli? E’ questa la logica di un’Universita’ pubblica? Forse sarebbe bene – conclude – rileggersi la Costituzione”.