La signora che deve compilare 18 moduli per un euro di pensione

Pubblicato il 17 Marzo 2012 - 08:56 OLTRE 6 MESI FA

VENEZIA – Diciotto moduli da compilare per colpa di un solo miserabile euro di pensione. E’ la storia incredibile di Milena, di Venezia, raccontata da Gian Antonio Stella per il Corriere della Sera.

Tutto comincia  allo sportello delle Poste centrali di Venezia. La signora Milena V. si presenta col marito a ritirare la sua pensione. “Spiacente signora, lei ha una pensione di 1001 euro. Dal primo marzo possiamo pagarne solo 1000 in contanti”. “E l’euro in più?”. “Dovrà aprire un conto corrente postale, sul quale le verrà accreditata la somma in eccesso ai 1000 euro che possiamo pagare in contanti”.
“Bene, allora, rinuncio a quell’euro”. “Impossibile, non può rinunciare a una parte della pensione che le spetta”. “Posso fare un atto di donazione in beneficenza?”. “Assolutamente no, mi spiace”.

“Bene, allora accreditatemi la pensione sul conto corrente postale di mio marito, sul quale ho la firma”. “Mi spiace signora, il conto deve essere cointestato a lei”. “Bene, qui c’è mio marito, facciamo questa cointestazione del conto”. “Spiacente, non è possibile modificare un conto corrente esistente”. “In qualunque banca del mondo si fa!”. “Qui siamo alle Poste Italiane e non in una banca!”. “Allora?” “Basta chiudere il conto esistente e aprirne uno nuovo, cointestato”.

“Scusi, ma è un conto di lavoro, mica si possono cambiare tutti i codici…”. “Allora ne apra uno nuovo, tutto suo”. “Gratis?”. “No, non abbiamo disposizioni in merito e dovrà seguire le normali tariffe dei nostri conti correnti”. “Scherzate? Per un euro al mese vado a pagarvi anche delle commissioni?”. “Allora apra un libretto di risparmio, le costerà meno”. “Va bene, mi arrendo”.

L’impiegata arriva con una pila di fogli: diciotto moduli diversi da riempire, a mano, l’uno dopo l’altro, con firme da apporre sotto pagine in caratteri in corpo 7 così minuscoli da richiedere una lente d’ingrandimento. Una volta riempiti i 18 moduli, l’impiegata comincia a trascriverli sul computer e così, fra un commento e l’altro passano oltre 40 minuti.

E alla fine arriva il “libretto di risparmio” sul quale mensilmente andrà a depositarsi l’euro in più. Perché la pensione possa essere pagata, però, spiega l’impiegata, bisogna informare l’Inpdap, fatto confluire nell’Inps. Un altro calvario.