Giallo a Perugia, Elisa non ha segni di violenza: come è morta?

Pubblicato il 1 Febbraio 2011 - 01:13 OLTRE 6 MESI FA

Elisa Benedetti, a destra, con un'amica

PERUGIA – Coperta di fango, con le calze abbassate e il maglione appeso ad un ramo poco distante dal cadavere. Con qualche escoriazione ma senza segni di violenza o lesioni apparenti. L’hanno ritrovata così Elisa, la studentessa di Città di Castello scomparsa sabato notte alla periferia di Perugia dopo una serata a base di alcol. E molto probabilmente anche di droga. Il cadavere l’hanno scoperto i vigili del fuoco poco dopo le 11 del mattino, 30 ore dopo l’ultima telefonata di Elisa ai carabinieri, quella in cui diceva ”sento il rumore del fiume ma non so dove mi trovo, sono su una stradina, ho la macchina impantanata e sto scivolando. Aituatemi ad uscire”.

Il corpo della venticinquenne era vicino ad un laghetto artificiale, a pochi passi dal torrente Ventia, nella stessa località dove si erano perse le sue tracce: i boschi tra Civitella Benazzone e Casa del Diavolo, luoghi dove di giorno vanno i cacciatori di cinghiali e di notte le coppie ad appartarsi. O a drogarsi. Trovato il corpo non è però risolto il giallo, perché ancora qualcosa non torna. La procura di Perugia ha aperto un fascicolo al momento senza ipotesi di reato e dai primi accertamenti sembrerebbe che la ragazza sia morta di freddo.

Ma saranno l’autopsia e gli esami tossicologici affidati al medico legale Annamaria Verdelli a fugare ogni dubbio. Ed eventualmente, a fornire al pubblico ministero Antonella Duchini gli elementi per formulare le ipotesi di reato. Perché Elisa ha detto ai carabinieri di esser stata violentata. E perché dalle prime risultanze investigative sembrerebbe che sabato sera oltre ad aver bevuto, la ragazza e l’amica Vanessa si sarebbero anche drogate. Chi gliela ha venduta? C’entra qualcosa con la morte? Quel che è certo è che il dramma di Elisa inizia alle 21 di sabato, quando con l’amica Vanessa arriva a Perugia: la serata prevede aperitivo, cena e poi discoteca. La prima parte fila via liscia, anche se le due, racconta ai carabinieri Vanessa, ci sono andate giù pesante con gli aperitivi.

Forse un tentativo di scacciare il dolore per la morte della madre, scomparsa due mesi fa. Alle 22 le ragazze cambiano posto e si fermano in un bar in una stazione di servizio a Ponte Rio, dove cominciano a bere di nuovo. Poco dopo arrivano anche quattro o cinque ragazzi nordafricani, alcuni della zona, che si fermano al bancone. I due gruppi non si sono mai visti ma tra una birra e l’altra ci vuole poco a fare conoscenza. ”Hanno iniziato a familiariazzare e a bere insieme – ha raccontato il barista – hanno fatto un bel po’ di baldoria e hanno anche rotto un bicchiere”.

Un’ora dopo le due ragazze e i nordafricani escono insieme: le telecamere della stazione di servizio riprendono l’auto di Elisa e Vanessa che va verso nord e la Golf dei ragazzi che prende in direzione sud. Lungo la strada però le due hanno un’incidente ed è a questo punto che cominciano i misteri, anche se i racconti dei testimoni – tutti già sentiti più volte dagli inquirenti – sembrerebbero collimare. Mentre Vanessa parla con il conducente, Elisa sale nella Punto dell’amica e parte. ”Ci sono rimasta male – racconta Vanessa agli inquirenti – io non l’ho vista perché ero nell’altra macchina. Non ho visto se ci fosse dietro qualcuno. Non sono riuscita a vedere nulla”.

Vanessa non spiega però perché la chiamata al 112 in cui dice di ”essere preoccupata” per l’amica perché ”abbiamo bevuto un po”’, la fa soltanto verso le quattro, quando è già rientrata a casa. Forse solo perché ubriaca. I carabinieri li chiama invece Elisa a mezzanotte e 45. Non una ma diverse volte. Prima racconta di essersi persa, poi di esser stata violentata, poi di non riuscire più a capire dove sia finita. Fino alle ultime parole. ”Sto scivolando, aiutatemi ad uscire”. Ma perché Elisa è finita in quella stradina è ancora un mistero. Perché stralunata o perché costretta?

Una donna che abita nella zona ha raccontato che una ragazza le ha citofonato in piena notte. ”Era stranita, barcollava, ma non sembrava impaurita – dice – Quando però mi sono affacciata lei è salita in auto ed è andata via”. Secondo la donna, dietro c’erano altre due auto, che poco dopo sarebbero ripassate lì davanti: c’entrano qualcosa con la morte di Elisa? Risposte che arriveranno dall’analisi dei tabulati telefonici, dai quali sarà possibile capire se la giovane, oltre ai carabinieri, ha chiamato qualcun altro.