Pesaro, omosessuali aggrediti. Arcigay: “Comunque sia andata hanno preso botte vere”

Pubblicato il 5 Agosto 2010 - 19:17 OLTRE 6 MESI FA

L’origine dell’aggressione resta ancora poco chiara, ma le botte ricevute dalla coppia di ragazzi gay davanti al Macaco beach di Pesaro sono più che mai reali. Maria Gabriella Caliandro, avvocato dei due giovani, F.C., 31 anni fanese, e K.R., bresciano di 21, in apertura dell’affollata conferenza stampa di Arcigay con il presidente nazionale Paolo Patanè, parte dall’unico dato ”incontrovertibile della vicenda”: i 20 giorni di prognosi per K., che ha avuto la peggio nello scontro con gli aggressori, due ragazzi e una ragazza.

Da parte sua, Aurelio Mancuso esponente della comunità lgbt, rincara la dose: ”E’ proprio il caso quest’anno di lanciare l’allarme ai gay e alle lesbiche che si trovano in villeggiatura: state attenti quest’anno, gli omofobi hanno preso coraggio e aggrediscono, insultano, discriminano più del solito”. Secondo la Caliandro, ”Quei 20 giorni, le ferite e le escoriazioni all’arcata sopracciliare sono scritti nero su bianco, e temo che purtroppo non saranno sufficienti perché si riprenda del tutto.

Quando si sono presentati in studio da me i miei assistiti erano ancora sconvolti: il più giovane gonfio in viso, con gli occhi quasi chiusi, e pieno di lividi. Negli occhi rabbia e sconforto”. Così l’avvocato ha poi ricostruito i fatti come le sono stati riportati: ”Avevano passato una bella serata in quel locale, senza nessun problema a stare vicini o a scambiarsi effusioni, poi fuori è accaduto il peggio”.

Assurda, a suo parere, ”l’ipotesi che due giovani dichiaratamente omosessuali e iscritti all’Arcigay si siano appartati per importunare una ragazza” (secondo il racconto reso ai carabinieri il giovane picchiato sarebbe stato scambiato per un molestatore, scatenando l’ira del fidanzato di lei). Intanto oggi è stata depositata la querela annunciata contro ignoti. ”Grazie agli appelli a possibili testimoni, ci hanno contattato in diversi”, ha detto il legale, e ci sarebbe l’identikit dei tre presunti aggressori.

Patanè ha fatto riferimento ad alcuni episodi accaduti di recente a Pesaro: ”A chi ha bocciato il registro per le unioni civili, a chi ha censurato il coro omosessuale Komos io ricordo che per la scienza l’omosessualità è una condizione naturale”. ”Non parlo – ha aggiunto – di un nesso di causalità delle azioni dell’amministrazione comunale o della curia pesaresi, ma di consequenzialità sì”.
E il vice presidente della Provincia di Pesaro e Urbino Davide Rossi ha rilanciato: ”Se e’ possibile istituire il registro delle unioni civili, lo faremo noi come Provincia”. (ANSA).