Pesto al botulino, psicosi Genova. C’è chi va in ospedale senza averlo mangiato

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Luglio 2013 - 08:32| Aggiornato il 21 Agosto 2013 OLTRE 6 MESI FA
Pesto al botulino, psicosi Genova. C'è chi va in ospedale senza averlo mangiato

Foto Lapresse

GENOVA – Il pesto al botulino è diventato una psicosi in Liguria. Giuseppe Filetto su Repubblica spiega che in una giornata i ricoverati sono stati circa 50. Non tutti ne avevano bisogno, ma ormai la paura collettiva si è viralizzata. Tanto che qualcuno si sarebbe presentato in ospedale senza averlo mangiato…

Succede che la ditta “Bruzzone e Ferrari” ha segnalato la presenza del “clostridium botulinum” in una parte del pesto da lei prodotto. E da allora si è scatenata la corsa al pronto soccorso.

Filetto per appoggiare questa tesi si affida alle parole di alcuni medici:

I medici, comunque, assicurano che al momento tutti i pazienti non presentano sindrome da botulismo: «Mancano i segni neurologici — precisa Cremonesi — : chiusura delle palpebre, stanchezza, confusione mentale ».

Tuttavia non vi è ancora certezza scientifica di questa teoria, visto che a breve arriveranno i risultati di analisi più approfondite:

Ma per escludere che si trattidi psicosi, occorrerà attendere gli esiti delle analisi: i prelievi di sangue inviati a Roma, all’Istituto Superiore della Sanità; i campioni di salsa all’Istituto Zooprofilattico della Liguria. Occorrono dalle 24 alle 36 ore per avere i risultati della presenza della tossina nel sangue e da 4 a 6 giorni per sapere se il microrganismo si è veramente sviluppato nel rinomato pesto di Prà.

Ma alcuni medici, per evitare l’effetto psicosi, spiega che una parte dei malati sono solo persone suggestionate dalla notizia:

Lorenzo Marensi, direttore dell’Igiene, in un certo senso tranquillizza: «Siamo in presenza di sospetti molto labili». È pur vero che la psicosi ha scatenato la corsa in ospedale. Moscatelli racconta che ieri un’intera famiglia si è presentata al pronto soccorso, senza alcun disturbo, ma con un vasetto di pesto “incriminato” e non ancora utilizzato.

La vicenda si è conclusa positivamente, come ha comunicato la società “Il pesto di Prà di Bruzzone e Ferrari”:

“A seguito della non conformità riscontrata in autocontrollo nel mese di luglio 2013, la mia assistita ha attivato la procedura di richiamo del prodotto dal mercato, a tutela dei propri consumatori. Tutte le successive analisi, tuttavia, hanno escluso la presenza sia di tossine botuliniche sia di clostridi produttori di tossine botuliniche, tanto nei campioni di prodotto analizzati quanto nei campioni biologici delle persone che si sono recate per precauzione al pronto soccorso.

Tutte le analisi successive hanno dato esito regolamentare, come peraltro riportato direttamente sul sito del Ministero della Salute