Piano migranti, 2 ogni mille abitanti: ma firma solo un Comune su tre

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Gennaio 2017 - 09:00 OLTRE 6 MESI FA
Piano migranti, 2 ogni mille abitanti: ma firma solo un Comune su tre

Piano migranti, 2 ogni mille abitanti: ma firma solo un Comune su tre

ROMA – Due migranti ogni mille residenti e 500 euro al mese per ogni migrante accolto. Il piano migranti partirà alla fine di gennaio, perché fatti come quelli di Goro e Cona non accadano più. Ma ai Comuni non piace visto che finora ha firmarlo sono stato solo 1 su 3. L’equa distribuzione dei migranti sul territorio, proporzionale al numero dei residenti, è già stata annunciata ai prefetti con una lettera del capo del Dipartimento per le libertà civili e richiedenti asilo Mario Morcone. Ma in pochi hanno aderito al sistema Sprar, che prevede accoglienza su base volontaria e contributi per le amministrazioni che aprano le porte: solo 2.600 comuni su 8000.

Il piano, però, dovrà essere attuato, senza tentennamenti, perché i maggiori problemi derivano dalla chiusura di quelle che lo stesso Viminale definisce “enclave etniche con numeri troppo alti di richiedenti asilo”, luoghi, come Cona, nei quali il numero dei richiedenti asilo accolti è appunto troppo alto.

Il piano. La proporzionalità dell’accoglienza dei migranti rispetto alla popolazione residente “in linea di massima si attesta su circa 2,5 posti di accoglienza ogni mille residenti, con i necessari correttivi per i piccoli comuni e i comuni capoluogo sedi delle città metropolitane e le zone terremotate”. La cifra è di 500 euro al mese per ogni migrante accolto: “Il coinvolgimento di soli 2.600 comuni su 8.000 è il vero punto debole dell’infrastruttura italiana ed è assolutamente indispensabile superare questa criticità”. Una cifra troppo bassa, spiega Valentina Errante per Il Messaggero, per distribuire equamente i 175.485 migranti attualmente in accoglienza.

Marco Minniti ha rinnovato ieri l’accordo bilaterale tra Italia e Tunisia che nei prossimi giorni porterà già ad alcuni rimpatri. Dal primo ministro, Youssef Chahed, il ministro dell’Interno, Hèdi Majdoub, e il ministro degli Affari Esteri, Khemaies Jhinaou ha ottenuto l’impegno per la riammissione dei cittadini irregolari espulsi dall’Italia. In cambio l’Italia si è impegnata ad assicurare corsi di formazione in Tunisia, manutenzione di mezzi e la promozione di alcune zone turistiche tunisine, escluse dai circuiti delle vacanze italiane dopo i fatti del Bardo.