Genova, picchia la madre e uccide a coltellate il suo convivente

Pubblicato il 10 Aprile 2010 - 19:03 OLTRE 6 MESI FA

«Devo solo riposarmi, devo dormire. Non chiudo occhio da quattro mesi. Adesso mi riposo e si sistema tutto». Sono queste le parole confuse che Marco Ferrera, 34 anni, ha pronunciato davanti al pm dopo essere stato arrestato per l’omicidio di Giorgio Giannelli, 65 anni, convivente della madre Ermida Ori, di 59 anni, picchiata selvaggiamente dal figlio.

Parole che testimoniano lo stato mentale dell’uomo che alterna momenti di lucidità ad improvvisi black out e non ricorda nulla di quanto accaduto all’alba del 10 aprile in una abitazione di Tercesi, nel comune di Torriglia, hinterland genovese. Stando ai primi accertamenti Ferrera in un raptus di follia avrebbe colpito con un coltello per una decina di volte il convivente della madre uccidendolo e ha picchiato la donna procurandole un trauma cranico, la frattura di una mascella, di un avambraccio e varie contusioni soprattutto nell’area craniofacciale.

Ferrera è stato bloccato in un bar del paese dove si era recato dopo il delitto. A guidare i militari fino all’esercizio pubblico sono state numerose segnalazioni arrivate dagli abitanti della zona che parlavano di un uomo che camminava in strada seminudo. Sembra infatti che Ferrera durante il percorso tra l’abitazione ed il bar si sia spogliato, gettando i suoi abiti a terra. Tanto che quando il proprietario del bar lo ha visto arrivare in mutande gli ha subito prestato assistenza, fornendogli abiti e servendogli qualcosa da bere.

L’uomo avrebbe dapprima raccontato agli investigatori di essere caduto in uno stato di prostrazione dopo essersi lasciato con la fidanzata con la quale viveva in Fontanabuona ed essere tornato a vivere in casa con la madre. Qui, però, si sarebbe scontrato con il convivente della donna (separata da una decina di anni e vedova da cinque) che, ha spiegato al pm, «mi veniva a svegliare ogni notte e da quattro mesi non mi lasciava dormire».

Quando i carabinieri sono entrati nell’abitazione di Tercesi hanno scoperto il cadavere di Giorgio Giannelli rivesti a terra in camera da letto, supino e in un lago di sangue. Tutto attorno molto disordine, a denunciare chiari segni di colluttazione. Si presume infatti che l’uomo abbia prima infierito con un coltello contro il convivente della madre e si sia poi scagliato contro la donna picchiandola. Secondo i primi rilievi del medico legale Marco Salvi, Gianelli è stato raggiunto da una decina di coltellate distribuite su tutto il corpo. Sarà quindi l’autopsia, che potrebbe svolgersi tra lunedì e martedì, a dire quale delle coltellate inferte sia stata quella mortale.