Pietro Maso a Manuel Foffo: “Ti capisco”. Ma lui rifiuta

di redazione Blitz
Pubblicato il 18 Aprile 2016 - 11:29 OLTRE 6 MESI FA
Pietro Maso a Manuel Foffo: "Ti capisco". Ma lui rifiuta

Pietro Maso a Manuel Foffo: “Ti capisco”. Ma lui rifiuta

ROMA – La solidarietà di Pietro Maso, assassino dei suoi genitori, Manuel Foffo non la vuole, anzi. La respinge con forza dal carcere in cui si trova in isolamento dal giorno dopo l’omicidio di Luca Varani. E alla sua lettera risponde con un sostanziale: la tua solidarietà non la voglio. Già perché tramite il suo avvocato arriva la sua reazione, raccolta da La Stampa:

“Sono veramente pentito per quello che ho fatto il 4 marzo a Luca Varani insieme a Marco Prato. Io non sono un mostro come Pietro Maso, lui nella sua lettera non prova la minima pietà per il povero Luca. Mentre io sono devastato”.

Non finisce qui. Manuel Foffo (che ha commesso l’omicidio dopo una notte di sesso e droga), sempre attraverso il suo difensore, l’avvocato Michele Andreano, fa sapere di aver deciso di donare tutti i propri beni ai genitori della sua vittima: “Non mi perdonerò mai per quello che ho fatto. E voglio pagare con l’ergastolo. Mi rendo conto che il vuoto lasciato da Luca è irrecuperabile, ma voglio dare ai suoi genitori tutto ciò che possiedo. Anche la mia vita è stata distrutta da questo delitto, per il quale deve pagare anche Marco Prato”. L’avvocato Andreano precisa di aver già parlato con il padre di Manuel a proposito della donazione: “Porteremo in carcere un notaio affinché proceda alla destinazione della sua quota dei beni di famiglia: suo padre, quando Manuel aveva 18 anni, gli ha intestato il 25% del patrimonio, che consiste nei tre ristoranti, l’agenzia di assicurazioni, alcuni appartamenti. Il papà di Manuel si è già detto d’accordo sulla volontà del figlio”. Il difensore, inoltre, bolla la lettera di Maso come «un tentativo di farsi pubblicità e un’espressione di egocentrismo».

Cosa ha scritto Pietro Maso nella sua lettera? “Ti aspettano per molti anni l’isolamento, la disperazione, gli sputi in faccia degli altri detenuti e la durezza delle guardie. La voglia di suicidarti e l’illusione di svegliarti da un brutto sogno e tornare alla vita di sempre”.

“Foffo – spiega in merito il suo difensore – è ancora in isolamento, è confuso e profondamente addolorato, pensa sempre al gravissimo delitto che ha commesso. Lettere di questo tipo lo fanno cadere nel più profondo sconforto. Dobbiamo fermare questi tentativi di intrusione senza senso”.

Pietro Maso aveva fatto esplicito riferimento all’odio per il padre: “Io sono stato peggiore di te, ma posso capire perché volevi ammazzare tuo padre”.

Foffo aveva confessato in un interrogatorio l’odio verso il padre come movente reale dell’omicidio, ma l’avvocato Andreano precisa che si “è trattato di un momento di confusione e di travaglio interiore che attanaglia Manuel. Con suo padre ha un rapporto conflittuale, ma in realtà nutre per lui sentimenti di affetto sincero. Tre giorni fa, ad esempio, gli ha spedito un telegramma con tre sole parole “Papà ti amo”. La verità è che il mio assistito ha seri problemi psichiatrici che vanno curati”.