Pino Maniaci: “Vivo in un luogo segreto, voglio chiarire”

di redazione Blitz
Pubblicato il 6 Maggio 2016 - 12:08 OLTRE 6 MESI FA
Pino Maniaci: "Vivo in un luogo segreto, voglio chiarire"

Pino Maniaci: “Vivo in un luogo segreto, voglio chiarire”

PALERMO – Pino Maniaci vuole chiarire tutto. Parla, solo qualche frase, da “un luogo segreto”. Scrive La Stampa:

«Voglio chiarire tutto». Pino Maniaci, uno dei simboli dell’antimafia, il direttore di Telejato indagato per estorsione ai sindaci di Borgetto e Partinico che lo hanno fatto finire nei guai per poche centinaia di euro, risponde così ai giornalisti che, al suo arrivo al Palazzo di giustizia, gli chiedono cosa dirà al gip. E a chi gli chiede dove vive adesso che ha il divieto di dimora nelle province di Palermo e Trapani, Maniaci risponde: «Vivo in una località segreta, come i pentiti». Maniaci, in giacca e cravatta, è scuro in volto e dice: «prima dell’interrogatorio non parlo».

«Nelle carte della Procura – sostiene l’ex pm Ingroia che lo difende- non c’è la prova che Maniaci abbia ammorbidito le sue inchieste in cambio di soldi. Credo che la Procura di Palermo abbia avuto una caduta di stile nell’accomunare il nome di Maniaci a quello dei mafiosi. Forse abbiamo fatto troppa antimafia con i simboli. Maniaci non lo santificavo prima e non lo demonizzo ora».

Era considerato (o si era autoproclamato) voce antimafia dell’emittente tv siciliana Telejato. ora Giuseppe Maniaci (da tutti conosciuto come Pino Maniaci) è indagato per estorsione nell’ambito di un’inchiesta di mafia. L’Ansa ci ricorda che nel 2014 denunciò che ignoti avevano ucciso e impiccato i suoi cani, ultima di una serie di intimidazioni subite. “Ora mi devono dare la scorta, ce la giochiamo con la mafia”, diceva Maniaci, diventato famoso per le sue campagne contro i clan, non sapendo di essere intercettato e tentando di far passare come mafiosa una intimidazione legata a vicende private. A minacciarlo, prosegue l’agenzia di stampa, sarebbe stato infatti il marito dell’amante. Maniaci si ritrova ora indagato per estorsione nell’inchiesta dei carabinieri che ha portato all’arresto di dieci mafiosi della provincia di Palermo.