Pinuccio Uccheddu pestato a sangue e rapinato in casa. I ladri lo attendevano scattandosi selfie

di redazione Blitz
Pubblicato il 28 Gennaio 2020 - 13:28 OLTRE 6 MESI FA
Pinuccio Uccheddu pestato a sangue e rapinato in casa. I ladri lo attendevano scattandosi selfie

Pinuccio Uccheddu pestato a sangue e rapinato in casa. I ladri lo attendevano scattandosi selfie (Foto archivio Ansa)

IGLESIAS – Sono entrati in casa di un pensionato e lo hanno atteso scattandosi selfie con passamontagna e guanti davanti allo specchio. E’ iniziata così la sera di terrore di Pinuccio Uccheddu, 78 anni, pestato a sangue e legato mentre i malviventi gli svaligiavano casa. La brutale rapina è avvenuta lo scorso 26 ottobre a Piscinas, in Sardegna. Proprio le foto, trovate nella memoria dei loro cellulari, hanno inchiodato i malviventi, oggi arrestati.

In carcere sono finiti i 22enni Gian Marco Garau, di Nuxis, e Mirko Manca, residente a Villaperuccio. Affidato a una casa famiglia il terzo componente della banda, un 17enne di Piscinas. Secondo quanto accertato dai carabinieri, sarebbe proprio il più giovane la mente del gruppo. La mattina del 26 ottobre il minorenne si sarebbe occupato del sopralluogo. Si è presentato a casa del pensionato proponendogli l’acquisto di carne, ma in realtà era solo uno stratagemma per osservare l’abitazione e vedere dove l’anziano custodiva il denaro. Prima di andare via lo aveva salutato chiamandolo “zio Pino”, lo stesso appellativo utilizzato da uno dei due banditi durante il colpo.

I tre sono accusati di rapina pluriaggravata e lesioni personali gravissime. Due dei banditi, hanno ricostruito le indagini, entrarono a casa dell’anziano a volto coperto e armati di piede di porco, mentre il terzo faceva il palo. Appena il 78enne è rientrato in casa, lo hanno colpito ripetutamente alla testa e all’addome e poi legato con del nastro adesivo. I due fuggirono dopo aver rubato gioielli, denaro e alcuni orologi. Fu lo stesso pensionato a dare l’allarme poco dopo. Il 78enne fu trasportato al Cto di Iglesias dove rimase ricoverato in prognosi riservata per alcuni giorni.

Secondo gli investigatori “avevano una spiccata indole criminale” e non hanno esitato a picchiare con una spranga l’anziano procurandogli la frattura di dodici costole e l’asportazione della milza. Hanno agito come criminali navigati, arrivando anche a fornire false generalità ai carabinieri che li avevano fermati. I tre, infatti, avevano pianificato tutto: prima il sopralluogo la mattina da parte del minorenne, poi il blitz con tanto di guanti in lattice, lacci, nastro adesivo e passamontagna.

La rapina si è consumata alle 18.30 della sera. I due 22enni sono entrati da una finestra e hanno atteso l’arrivo dell’anziano. Approfittano del tempo per fare una foto davanti allo specchio. Arrivato il pensionato lo hanno picchiato selvaggiamente e dopo averlo reso inoffensivo, lo hanno regato e rubato gioielli, denaro e orologi. Il 17enne, fuori dall’abitazione, è rimasto in costante contatto telefonico con i maggiorenni. Messo a segno il colpo i due sono scappati, allontanandosi a bordo di una Opel Corsa blu.

L’anziano una volta riuscito a liberarsi ha dato l’allarme. Sul posto i carabinieri e un’ambulanza. Il 78enne viene trasportato in ospedale e intanto la Opel Corsa con i due maggiorenni a bordo viene bloccata dai carabinieri. I due vengono identificati, ma il proprietario del veicolo, Mirko Manca, fornisce false generalità: “Mi chiamo Cristian Culurgioni”, dice fornendo anche un falso numero di telefono. Due elementi questi che fanno insospettire gli investigatori.

I militari sequestrano gli indumenti e i cellulari dei due, mentre il minorenne viene individuato grazie alla testimonianza di un vicino di casa che lo ha visto allontanarsi dopo il colpo e lo ha sentito dire al telefono “siete entrati? Io sto scendendo da Mirko”. Ad inchiodare i tre ci sono poi le riprese del sistema di videosorveglianza in cui viene immortalata più volte l’auto, le testimonianze di alcuni residenti che avevano visto la Opel Corsa aggirarsi in zona nei giorni precedenti, una felpa e parte della refurtiva rinvenute in campagna. Oltre al selfie che i due maggiorenni si sono fatti a casa dell’anziano.

Fonte: Ansa