Pio Albergo Trivulzio, Repubblica: “Assunzioni concesse solo per i parenti di”

Pubblicato il 25 Agosto 2011 - 14:02 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Assunzioni bloccate per tutti. Anzi no: per tutti eccetto i figli di. E’ quello che sarebbe successo al Pio Albergo Trivulzio di Milano, solo pochi mesi fa coinvolto in un affittopoli che ha travolto mezza Milano.

Secondo quanto scrive Repubblica, nella bacheca del Trivulzio sarebbe comparso un bando per la regolarizzazione di due assistenti amministrativi. Si tratterebbe, secondo quanto scrive il quotidiano, della “segretaria del commissario Emilio Triaca e la figlia dell’assessore provinciale Giovanni De Nicola (Pdl)”.

Il fatto, scrive Repubblica, è che prima dell’estate i sindacati avevano annunciato una stretta sulle assunzioni, dal momento che la situazione del bilancio non permetteva di stipulare contratti per infermieri e assistenti. Di infermieri, in particolare, secondo Repubblica avrebbe bisogno il Trivulzio. Ma le due candidate all’assunzione sono invece una “con Laurea in Beni culturali” e l’altra “in lizza per una promozione all’ufficio relazioni con il pubblico”.

La Cgil invece da mesi chiede nuovi infermieri. Scrive Repubblica: “È di luglio la denuncia di Cgil sulle difficoltà nel garantire la pulizia dei 980 ospiti a cui, per mancanza di addetti, verrebbe fatto appena un bagno ogni due settimane. ‘È vergognoso che si chiedano soldi alle banche per curare gli anziani – dice La Grassa – e poi si tiri fuori, il 24 agosto, un bando che promuove segretarie di fiducia e figlie di politici’. La direzione del Pat risponde annunciando altri concorsi: sette per fisioterapista e altri per operatore sociosanitario, a Merate e Milano”.

La replica dell’amministrazione: “I due bandi che Cgil contesta non sono cuciti addosso a nessuno al museo serve una persona per non perdere l’accreditamento regionale, e la posizione all’ufficio relazioni con il pubblico è strategica. Non esistono lavoratori di serie A e B. Le donne che hanno subito l’attacco del sindacato sono preparate”. De Nicola difende la figlia: “Non ha mai avuto aiuti e non c’entro con la sua carriera guadagna 1.300 euro al mese grazie a un concorso pubblico. Avere me come padre la danneggia”.