Pipì per strada: non più reato, ma multa molto più salata

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Gennaio 2016 - 13:36 OLTRE 6 MESI FA
Pipì per strada: non più reato, ma multa molto più salata

Pipì per strada: non più reato, ma multa molto più salata

ROMA – Fare la pipì in un luogo pubblico non sarà più reato: chi verrà beccato a urinare per strada o contro un muro dovrà pagare una multa. Ma la sanzione sarà molto più alta rispetto a quella che deve pagare adesso: la sanzione penale di 258 euro viene trasformata in una amministrativa fino a 10mila euro. E’ l’effetto che avrà il nuovo decreto sulle depenalizzazioni approvato dal Consiglio dei ministri. Decreto secondo cui gli atti osceni in luogo pubblico non saranno più considerati reato penale. Ma gli atti osceni non sono solo quelli che riguardano amplessi sessuali, anche fare pipì per strada è considerato tale.

L’obiettivo della riforma è quello di trasformare alcuni reati in illeciti amministrativi, anche per deflazionare il sistema penale, sostanziale e processuale, e per rendere più effettiva la sanzione. Si ritiene, infatti – spiega il ministero della Giustizia – che rispetto a tali illeciti abbia più forza di prevenzione, generale e speciale, una sanzione certa in tempi rapidi che la minaccia di un processo penale che per il particolare carattere dell’illecito e per i tempi stessi che scandiscono il procedimento penale rischia di causare la mancata sanzione.

Lo schema del decreto riprende le proposte della commissione ministeriale (costituita con D.M. 27 maggio 2014) presieduta dal prof. Francesco Palazzo e si articola in interventi sia sul codice penale che sulle leggi speciali. Sono quindi depenalizzati tutti i reati per i quali è prevista la sola pena della multa o dell’ammenda previsti al di fuori del codice penale e una serie di reati presenti invece nel codice penale. Rimangono dentro il sistema penale, e quindi esclusi dal provvedimento, i reati che pur prevedendo la sola pena della multa o dell’ammenda attengono alla normativa sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, ambiente territorio e paesaggio, sicurezza pubblica, giochi d’azzardo e scommesse, armi, elezioni e finanziamento ai partiti.