Pisa, rave party con 5mila persone a Tavolaia: si balla illegalmente mentre le discoteche sono chiuse

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 5 Luglio 2021 - 08:45 OLTRE 6 MESI FA
Pisa, rave party con 5mila persone a Tavolaia: si balla illegalmente mentre le discoteche sono chiuse

Pisa, rave party con 5mila persone a Tavolaia: si balla illegalmente mentre le discoteche sono chiuse (Foto Ansa)

Un maxi rave party in provincia di Pisa, con circa 5mila giovani, provenienti anche dall’estero, che si sono dati appuntamento a Tavolaia. Il raduno illegale si è tenuto in un terreno privato attorno a un rudere.

Maxi rave party a Tavolaia, vicino Pisa

E’ successo a Tavolaia, nelle campagne di Santa Maria a Monte, fra Pontedera ed Empoli. Secondo la questura di Pisa, si sono assembrate circa 5mila persone. Le vie d’accesso sono rimaste bloccate da polizia e carabinieri.

I residenti della zona, fin dalla sera tra 3 e 4 luglio hanno visto arrivare una colonna di auto, camper e tir. Per questo si sono lamentati, pubblicando i loro racconti anche sui social, della presenza del ritrovo e di numerosi giovani ubriachi. Che avrebbero ‘invaso’ anche i giardini di alcune case utilizzandoli come bagni. La musica techno, sparata a tutto volume, si sentiva anche a centinaia di metri di distanza.

Polizia, carabinieri e protezione civile hanno predisposto un servizio straordinario di controllo per cinturare la zona e creare tre check point su altrettante strade di accesso all’area. Poi si indagherà per capire chi sono stati gli organizzatori.

Le discoteche si lamentano dopo il rave party vicino Pisa

L’iniziativa, al di là dei rischi dal punto di vista sanitario, è suonata come una beffa per i gestori delle discoteche. Che da mesi chiedono la possibilità di riaprire. “Le discoteche – dice Gianni Indino, segretario del Silb-Confcommercio e leader dei gestori dei locali da ballo della riviera romagnola — in questo momento potrebbero essere un elemento di controllo, potrebbero essere al servizio della comunità ed essere la risposta a tutta questa situazione che sta diventando sempre più incontrollabile. Noi potremmo essere uno strumento utilissimo per controllare e per mettere in sicurezza la situazione, anche perché si verificano in strada risse, aggressioni e rapine che si insinuano nella voglia di stare insieme dei ragazzi”.

Dalla Romagna al Salento l’amarezza è la stessa. Il sindaco di Gallipoli Stefano Minerva si è fatto interprete dei grandi locali che, in questi giorni, se non ci fosse stato il Covid, sarebbero stati presi d’assalto da migliaia di giovani e che avevano proposto un evento test per porvare a riaprire.

“Sono fortemente convinto che le discoteche e i locali da ballo abbiano il diritto di ripartire – dice Minerva – è passato troppo tempo, è trascorso quasi un mese da quell’evento pilota che avrebbe visto Gallipoli protagonista e che sarebbe stato da volano per il settore. È ormai luglio, piena estate, non possiamo permettere che alcune attività restino ferme. Tutti hanno diritto alla ripartenza, a dover lavorare, a garantire un servizio che ormai la società richiede”.

Alla richiesta si è associato anche Giovanni Toti, presidente della Liguria. “Mentre l’Europa balla – dice – in Italia, nonostante il via libera del Cts, non c’è ancora una data per la riapertura delle discoteche. Un settore in ginocchio che merita certezze esattamente come le altre attività che hanno patito le chiusure della pandemia. I dati del Covid ormai consentirebbero di ripartire in sicurezza con il Green Pass e questo tentennamento non fa che incoraggiare feste abusive e assembramenti fuori controllo. Cosa stiamo aspettando?”.