Pizza napoletana candidata a patrimonio dell’Unesco
Pubblicato il 27 Marzo 2015 - 07:01 OLTRE 6 MESI FA
ROMA – La pizza napoletana è la candidata italiana a patrimonio dell’Unesco. Ma non è il solo simbolo simbolo nostrano in lizza: c’è pure la falconeria, un tipo di caccia basata sull’uso di uccelli rapaci per catturare le prede, presentata come candidata transnazionale.
Una scelta tempestiva secondo il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina,
“perché arriva a pochi giorni dall’inaugurazione dell’Esposizione Universale, a Milano, dedicato ai temi della nutrizione. La scelta del governo italiano di presentare a Parigi, quale unica candidatura nazionale, quella dell’arte dei pizzaiuoli napoletani, rappresenta il modo migliore per riaffermare l’importanza che il patrimonio culturale agroalimentare ha per l’Italia. E’ una decisione rilevante – sottolinea Martina – anche per contrastare quei fenomeni di imitazione di questa antica arte italiana e rilanciare le tecniche tradizionali di produzione, tramandate di generazione in generazione”.
La candidatura è il “primo step” necessario per iniziare il negoziato internazionale che coinvolgerà 163 Stati. Dal 1 Aprile 2015 al 15 novembre 2016 i valutatori indipendenti dell’Unesco saranno chiamati ad esaminare le due candidature italiane, ed entro novembre 2016 decideranno se riconoscere o meno la pizza e la falconeria come patrimonio dell’umanità. Ad oggi la Lista contiene già 6 elementi italiani.
Il dossier sarà materialmente consegnato alla sede dell’Unesco lunedì 30 marzo. Per conto dell’Italia il negoziato sarà condotto da Pier Luigi Petrillo che si è detto
”soddisfatto per la soluzione trovata per garantire il superamento del rischio di uso commerciale del logo Unesco nelle pizzerie: un comitato ministeriale verrà costituito – ha precisato – con il compito di vigilare ed contrastare eventuali abusi”.
Entusiasta anche il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, tra i promotori di una petizione per la candidatura della Margherita&C. insieme ad Alfonso Pecoraro Scanio
”Il riconoscimento dell’Unesco – commenta Moncalvo – ha un valore straordinario per l’Italia che è il Paese dove più radicata è la cultura alimentare e la pizza rappresenta un simbolo dell’identità nazionale”
”Grande risultato per una tradizione nota in tutto il mondo. Grazie ai 300.000 firmatari” ha detto l’ex ministro Pecoraro Scanio.
Pizza e dintorni muovono un florido giro d’affari: 9 miliardi di euro secondo i dati Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi. Il settore è anticiclico e non risente della crisi in quanto la pizza è prodotto per tutte le occasioni, dalla prima colazione (8%) passando per pranzi e spuntini, fino ad arrivare alla cena dove è in cima alla classifica dei piatti scelti (75% delle occasioni). A favorire i consumi anche i prezzi contenuti: negli ultimi tre anni la variazione media dei prezzi è stata al di sotto del 2%.
Sono 25mila le pizzerie con servizio al tavolo ed altrettante le take away, garantendo un’occupazione di 240 mila unità. Ogni anno – osserva Fipe – le imprese cercano in media 2mila pizzaioli qualificati non stagionali e quasi il doppio stagionali, ma una volta su cinque non riescono a soddisfare la richiesta, e quattro volte su dieci fanno formazione assumendo personale non qualificato.
Più problematica invece la candidatura della caccia con rapaci, pratica che affonda le sue radici nella storia europea ed orientale, fortemente osteggiata dalla Lipu che in una lettera del suo presidente Fulvio Mamone Capria inviata al governo esprime “netta opposizione” a questa candidatura definendola “inaccettabile”.