Po, la sorgente sul Monviso in secca. Dalla roccia non sgorga una goccia d’acqua

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Settembre 2017 - 13:19 OLTRE 6 MESI FA
Po, la sorgente sul Monviso in secca. Dalla roccia non sgorga una goccia d'acqua

Po, la sorgente sul Monviso in secca. Dalla roccia non sgorga una goccia d’acqua

ROMA – Po, la sorgente sul Monviso in secca. Dalla roccia non sgorga una goccia d’acqua. Le sorgenti del Po sono in secca. Un evento che si registra raramente, conseguenza delle siccità che ha colpito il Piemonte, e non solo. Ai 2.020 metri di quota del Pian del Re, alla base del Monviso, accanto alla pietra scolpita con la celebre frase “Qui nasce il Po”, dalla roccia non esce una goccia d’acqua. Poco più a valle diversi rivoli si uniscono per dare vita al torrente destinato a diventare il fiume più lungo d’Italia, lungo 652 chilometri.

Grandi laghi sotto lo zero idrometrico. Secondo un monitoraggio condotto da Coldiretti Lombardia a fine agosto, il Po al Ponte della Becca a Pavia risulta a quasi tre metri sotto lo zero idrometrico. Difficile anche la situazione dei laghi: il Maggiore, il Como e l’Iseo sono sotto lo zero idrometrico, con perdite rispetto alla media storica che vanno dai 30 ai 50 centimetri. Il lago di Garda ha un livello di riempimento di appena il 20%. Intanto il Consorzio del Canale Villoresi, che irriga tutta la fascia ovest della Lombardia con le acque del lago Maggiore, ha annunciato nuove misure di riduzione delle portate.

Una situazione di allerta che viene seguita con la massima attenzione, dopo che nella prima decade di agosto è caduto quasi il 66% in meno di pioggia rispetto alla media, mentre nella seconda decade c’è stata una diminuzione delle precipitazioni del 32%. “L’andamento climatico anomalo dell’ultimo anno, prima in inverno con l’80% di pioggia in meno, poi con le gelate di primavera, quindi le ondate di caldo africano e le grandinate, hanno creato non pochi problemi alle produzioni agricole – spiega Wilma Pirola, presidente di Coldiretti Pavia – con danni stimati fino a 100 milioni di euro a livello regionale e a oltre due miliardi di euro in tutta Italia”.