Il Mattino: “A Poggioreale il vitto dei carcerati pagato dai boss”

Pubblicato il 19 Marzo 2012 - 13:31 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI – Pasti in carcere per legare ai clan della camorra i detenuti indigenti: secondo quanto scrive il Mattino sarebbe uno degli “strumenti di affiliazione alla camorra” diffusi nel carcere di Poggioreale, a Napoli.

Già nel marzo del 2010 il Mattino scrisse che “la pioggia di soldi fatta confluire dall’esterno sui libretti di risparmio di alcuni detenuti serviva anche a foraggiare l’arruolamento delle nuove leve di una camorra che ha un bisogno indispensabile di trovare nuova manodopera”.

Ora un altro strumento usato dal “sistema” consisterebbe, secondo quanto scrive il Mattino, nell’offerta di un pasto ai detenuti più poveri: “tanto, il conto alla fine verrà presentato e la riconoscenza – si sa – diventa un collante prezioso in questi casi. Prima o poi le porte del carcere si apriranno, e a quei detenuti comuni sostenuti e aiutati nel momento di difficoltà qualcuno chiederà di sdebitarsi”.

Nel carcere napoletano sono molti i detenuti che preferiscono al vitto della mensa uno cucinato in cella, ottenuto con i prodotti che si possono comprare allo spaccio interno, coma pasta, carne e olio. Ma o detenuti che non hanno soldi non possono puntare a nulla di meglio del pasto della mensa. A meno che, appunto, non accettino pasti offerti.

Del resto la situazione a Poggioreale è davvero difficile: secondo quanto scrive il Mattino, i 2800 detenuti (mentre la capienza sarebbe per 1300) stanno in celle “nelle quali ormai i letti a castello hanno raggiunto sette livelli di altezza; dove le mura trasudano acqua e umidità, e in cui gli standard igienico-sanitari sono talmente bassi da avvicinarsi a quelli dei paesi del terzo mondo”. Di certo è la struttura penitenziaria più sovraffollata d’Europa.