Pola, all’asta le tombe italiane al cimitero di Monte Ghiro

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Marzo 2016 - 14:25 OLTRE 6 MESI FA
Pola, all'asta le tombe italiane al cimitero di Monte Ghiro

Pola, all’asta le tombe italiane al cimitero di Monte Ghiro

ROMA – Un pezzo di memoria cittadina è finita all’incanto, un’altra traccia di ciò che resta della comunità italiana vie battuta all’asta proprio in questi giorni a Pola, Croazia. Ex Jugoslavia, ex zona A di occupazione alleata, ex Italia, ex Impero austro-ungarico… giù giù fino ai Romani. Fino al 14 marzo sarà possibile acquistare 17 tombe poste nella parte monumentale del cimitero di Monte Ghiro, uno dei sette colli dove sorge la città. Tombe già dichiarate monumento storico e appartenute in gran parte agli esuli italiani.

Fino al 1947, fino al giorno del grande esodo italiano di chi avrebbe lasciato per sempre la sua città natale, qui si pregavano i propri morti. Qui si respirava una storia illustre, fin dalla edificazione a metà Ottocento del celebre camposanto ad opera dell’Imperial regio governo asburgico. Lo stesso Comune croato di Pola che ha dichiarato il sito monumento storico ora si piega a ragioni di carattere logistico che offendono non solo la comunità degli italiani che senza essere ascoltata ha richiamato l’attenzione sul pericolo che un pezzo importante dell’identità di Pola venisse cancellato per sempre. Un sacrificio, la vendita, che dovrebbe servire a finanziare l’allargamento del camposanto.

Trattandosi di tombe del campo di inumazione più antico del cimitero sono venute a trovarsi sotto tutela municipale per cui saranno vendute a condizione della loro parziale o totale conservazione, pertanto sarà mantenuta la loro memoria storica e anche l’identità. Almeno così si dice. Il restauro potrà avvenire con l’obbligo della conservazione degli elementi in muratura e degli elementi ornamentali originari come steli, lapidi, recinti, cornici e iscrizioni. In alcuni casi si impone il consolidamento delle strutture pericolanti mentre in altri le nuove iscrizioni non potranno essere integrate a quelle storiche già esistenti. (Il Piccolo di Trieste).