Polizia, giubbotti antiproiettile non reggono a proiettili e lame. Viminale aveva speso 800mila euro

di redazione Blitz
Pubblicato il 23 Maggio 2017 - 12:35 OLTRE 6 MESI FA
Polizia, giubbotti antiproiettile non reggono a proiettili e lame. Viminale aveva speso 800mila euro

Polizia, giubbotti antiproiettile non reggono a proiettili e lame. Viminale aveva speso 800mila euro

ROMA – I giubbotti antiproiettile della polizia non reggono a pallottole e lame, nonostante la gara vinta dall’azienda italiana che si è aggiudicata l’appalto da quasi 800mila euro lo prevedesse. La denuncia arriva dal quotidiano Il Giornaleche sottolinea come questi sottocamicia mettano così a rischio la vita degli agenti italiani.

Il bando risale al novembre del 2016. Indetto dal ministero dell’Interno, aveva dato il via alla gara per l’acquisto di 1.300 giubbotti antiproiettile e antilama sottocamicia per la polizia, con l’opzione di altri 850, per un totale di spesa di 795.500 euro iva esclusa (quindi a circa 610 euro l’uno). 

La gara era stata vinta da una ditta italiana, in collaborazione con una ditta straniera. Solo che dopo l’aggiudicazione, alle prove tecniche antilama e antiproiettile presso il balipedio del Banco nazionale di prova, i giubbotti non hanno superato tre su tre di test previsti.

Il motivo, spiega il Giornale, è che

a volte, nella produzione post gara le ditte utilizzano materiali più scadenti. Risultato: l’amministrazione dovrà indire un nuovo bando, con evidente spreco di denaro pubblico, per rimettere l’offerta sul mercato. I sottocamicia, infatti, non avrebbero retto a eventuali colpi o tentativi di accoltellamento e per gli agenti si sarebbe incorsi in rischi non di poco conto, mettendo a repentaglio la loro stessa vita, visti anche i numerosi episodi di cronaca che non lasciano spazio all’immaginazione.

Il problema però è ancora più vasto, secondo il quotidiano milanese, che denuncia:

Il fatto è che il ministero dell’Interno tende sempre più spesso ad affidarsi a realtà che forniscono materiale a basso costo, oppure a costi molto alti, ma senza ricercare la giusta qualità. Alcune di queste società realizzano materiale ignifugo per i vigili del fuoco e attraverso joint venture con ditte estere producono anche materiale balistico, lasciando però spesso al caso dettagli non di poca importanza, di solito acquisiti con l’esperienza.

Anche i caschi della polizia non sono balistici, con il rischio che gli agenti possano essere uccisi da proiettili vaganti.

Insieme ai giubbotti antiproiettile il Viminale ha bandito anche una gara per l’acquisto di 12mila caschi protettivi per l’ordine pubblico, con l’opzione di altri 14mila, al costo complessivo di 7 milioni 800mila euro (650 euro l’uno iva esclusa). Ma i caschi presi sono resistenti al fuoco ma non ignifughi, per cui in caso di lancio di molotov, per esempio, il rischio è che si fondano causando ustioni all’agente.