Poliziotti con telecamera in stadi e cortei. Dove l’hanno fatto scontri dimezzati

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Maggio 2014 - 11:30 OLTRE 6 MESI FA
Poliziotti con telecamera in stadi e cortei. Dove l'hanno fatto scontri dimezzati

Poliziotti con telecamera in stadi e cortei. Dove l’hanno fatto scontri dimezzati

ROMA – Poliziotti con telecamera in stadi e cortei. Dove l’hanno fatto scontri dimezzati. Una telecamera montata sulla divisa di 150 capisquadra dei reparti mobili della Polizia impegnati nelle manifestazioni: è l’avvio di una sperimentazione del Ministero dell’Interno (a Roma e Milano) per garantire trasparenza nel comportamento dei poliziotti impegnati nei servizi d’ordine e una tutela dei diritti dei manifestanti. E, soprattutto, per assicurare un valido deterrente che riduca incidenti, scontri, comportamenti violenti da ambo le parti: dove sono stati utilizzati dispositivi di ripresa digitale, dicono i dati, gli scontri sono dimezzati, insieme a lamentele e denunce.

Scontri dimezzati. A Rialto, in California, dall’introduzione delle telecamere sulla divisa degli agenti, in un anno le lamentele contro il dipartimento di Polizia sono diminuite dell”87,5%. Durante gli interventi sul campo, l’uso della violenza degli agenti dotati di microcamere accese è diminuito del 59%.  Anche in Gran Bretagna 500 ufficiali di polizia a Londra porteranno sulla loro uniforme la telecamerina per registrare, solo in alcuni casi, gli interventi.

E’ chiaro l’intento di fare un film delle manifestazioni (la sperimentazione comincerà sabato a Roma dove arriva il movimento per i “beni comuni”), degli assembramenti pericolosi allo stadio, si pensi alla follia dell’ultima finale di Coppa Italia all’Olimpico. La registrazione filmata degli eventi in corso, il rischio concreto di essere immortalati in comportamenti violenti o palesemente illegali, ha una funzione inibitoria decisiva per tutte le parti in campo (compresi gli abusi degli agenti). Il film in versione digitale utilizzabile come fonte di prova i tribunale può decretare la fine del “teatrino” delle false recriminazioni e delle giustificazioni interessate che sistematicamente va in scena nelle manifestazioni più sensibili dal punto di vista dell’ordine pubblico.