Poliziotto chiede la promozione dopo aver salvato un’anziana da suicidio, il Tar respinge il suo ricorso

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Gennaio 2022 - 13:06 OLTRE 6 MESI FA
Poliziotto promozione

Poliziotto chiede la promozione dopo aver salvato un’anziana da suicidio, il Tar respinge il suo ricorso (foto ANSA)

Un’assistente capo della polizia, in servizio a Sassuolo (Modena), si è rivolto al Tar di Bologna vedendo tuttavia deluse le sue aspettative. L’agente infatti, dopo aver salvato una anziana dal suicidio, voleva una promozione per merito straordinario e non un semplice encomio solenne.

Poliziotto salva un’anziana e chiede la promozione ma il Tar gli dà torto

Cinque anni fa, nel 2017, il poliziotto sventò il tentativo di suicidio di un’anziana, seguita da un centro di salute mentale, che aveva deciso di togliersi la vita buttandosi nel fiume Secchia dal ponte di Veggia. L’assistente capo, in quel momento a Sassuolo, si era precipitato sul posto, pur avendo finito il suo turno, riuscendo ad arrivare in tempo per evitare la tragedia. Nell’afferrare la donna per allontanarla dal parapetto del ponte, che questa aveva già mezzo scavalcato, il poliziotto aveva inoltre urtato contro il guardrail procurandosi la frattura di cinque costole. Poi, con l’aiuto di un altro agente era riuscito a portare al sicuro la donna.

In seguito il Questore di Modena aveva proposto per l’assistene capo il conferimento della “promozione per merito straordinario” motivandola con “il considerevole apprezzamento che il salvataggio dell’anziana signora da parte di un appartenente alla Polizia di Stato aveva riscosso nella cittadinanza” e “in ragione del grave pericolo corso dall’ispettore capo”. Una proposta che però è stata rifiutata dal Consiglio per le ricompense per i meriti straordinari che aveva motivato: “L’attività di soccorso pubblico […] non si connota per profili di straordinarietà o eccezionalità, ne è maturato in condizioni di grave pericolo di vita”.

Le motivazioni della sentenza

Il poliziotto allora si è rivolto al Tar di Bologna che però ha respinto il suo ricorso. Nella sentenza i giudici del tribunale amministrativo mettono nero su bianco che la polizia, “nel conferire i riconoscimenti ai propri dipendenti, ha ampi poteri discrezionali che possono essere sindacati dal giudice amministrativo solo nei casi in cui l’operato della stessa sia viziato da evidente illogicità, contraddittorietà o per palese travisamento dei fatti”. Circostanze, queste, che nel caso specifico non possono essere prese in considerazione.