Pompei come Sodoma, terremoto punizione per i gay. Castigo divino, le teorie più assurde

di Silvia Di Pasquale
Pubblicato il 12 Novembre 2016 - 06:19 OLTRE 6 MESI FA
Pompei come Sodoma, terremoto punizione per i gay. Castigo divino, le teorie più assurde

La distruzione di Sodoma (mosaico del XII secolo). Foto: Ansa.

ROMA – Pompei distrutta per volere di Dio come Sodoma e Gomorra, terremoti punizione contro le unioni gay, alluvioni un invito del Signore alla conversione dei miscredenti. Le teorie che tirano in ballo il castigo divino per giustificare fenomeni naturali non sono certo una novità della nostra epoca, ma è innegabile che in questi ultimi anni stiano vivendo una nuova primavera.

IN PRINCIPIO FU POMPEI – Il 24 agosto 2010 sul Jerusalem Post viene pubblicato un articolo intitolato: “La distruzione di Pompei, una vendetta divina?“. Il pezzo, a firma di Gil Stern S. Shefler, illustra la tesi dell’americano Hershel Shanks, fondatore della Biblical Archaeology Society, convinto che vi sia una connessione tra la distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70 d.C. e l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. O meglio, la sua ipotesi è che questo potrebbero aver pensato gli ebrei allora.

Il bibliologo focalizza l’attenzione su un passo del quarto libro degli Oracoli sibillini, scritto dopo l’80 d.C., in cui si alluderebbe alla catastrofe italica, mettendola in relazione con la distruzione del tempio. (“Quando un tizzone, tirato via da una fenditura nella terra d’Italia [Vesuvio?], raggiunge un ampio cielo, brucerà molte città e distruggerà gli uomini”). C’è poi un altro elemento ad aver catturato l’attenzione di Shanks: un graffito su un muro di Pompei con i nomi biblici di Sodoma e Gomorra. Per lui, la prova che quella scritta è stata fatta da un visitatore ebreo dopo la catastrofe. “C’è una buona ragione per concludere che agli occhi di alcuni ci fosse la percezione di una connessione, Dio era chiaramente al lavoro“, ha detto Shank.

La scritta del presunto writer è ciò che incuriosisce di più. Si riferiva agli atteggiamenti troppo libertini di chi abitava nella località campana? Secondo una delle interpretazioni religiose più diffuse (non l’unica), le due città nominate nella Bibbia furono distrutte per opera divina, a causa dell’empietà dei loro abitanti. Sodoma, nello specifico, per i comportamenti immorali e trasgressivi, incluso l’abuso carnale uomo-uomo. Queste le parole rivolte da alcuni “uomini della città” a Lot, nipote di Abramo, che ospitava i suoi invitati (Genesi 19, 5-8-9):

” (…) Dove sono quegli uomini che sono entrati da te questa notte? Falli uscire da noi, perché possiamo abusarne!”. La risposta di Lot: “Ho due figlie che non hanno ancora conosciuto uomo; lasciate che ve le porti fuori e fate loro quel che vi piace, purché non facciate nulla a questi uomini, perché sono entrati all’ombra del mio tetto”. Ma quelli: “Tirati via! (..) Ora faremo a te peggio che a loro”.

Il racconto biblico può essere il trait d’union tra la distruzione del Tempio e l’eruzione? L’ipotesi si scontra con un interrogativo di fondo: a Pompei erano presenti cristiani ed ebrei? La questione è ancora discussa dalla storiografia contemporanea. Gli studiosi si limitano a parlare di “presenza evanescente di cristiani”, la cui religione, di fatto, si è originata dal giudaismo. Tutt’al più, Shanks deve rassegnarsi all’idea che sia stato un cristiano ad aver interpretato l’erezione del Vesuvio come una punizione di Dio.

TERREMOTI E ALLUVIONI – Facendo un passo avanti di sei anni dalla pubblicazione dell’articolo del J.P., è ancora l’Italia al centro delle “ire divine”. Padre Giovanni Cavalcoli, sacerdote ed ex commentatore di Radio Maria, nel corso di una trasmissione mandata in onda dall’emittente radiofonica, parla del terremoto evocando il “castigo divino per le unioni civili”. Opinione che gli è valsa la sospensione dal programma. Mettiamola così: è stato più sfortunato del viceministro della Cooperazione regionale di Israele, Ayooub Kara, che ha definito il sisma punizione divina all’Italia per essersi astenuta alla votazione dell’Unesco sulla Città Vecchia di Gerusalemme. Lui se l’è cavata con delle scuse.

Anche il dissesto idrogeologico è un terreno fertile per chi sostiene il Cavalcoli pensiero. Il sito Lezpop ci informa che dopo l’alluvione di Genova del 9 e 10 ottobre 2014, su una pagina Facebook comparve un messaggio che puntava il dito contro i gay, colpevoli di essersi “ribellati” a Dio, scatenando il disastro. Ma anche questa non è una vera e propria novità. Il castigo divino venne invocato anche dopo l’alluvione del Polesine del novembre 1951, che causò un centinaio di vittime, così come dopo quella avvenuta 3 mesi dopo la Breccia di Porta Pia del settembre 1870. Insomma, Dio non è mai a riposo quando si tratta di imputargli qualche catastrofe naturale.