Pontelangorino, omicidio Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni. Figlio a amico: “Ti pago se mi aiuti”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Gennaio 2017 - 18:52| Aggiornato il 12 Gennaio 2017 OLTRE 6 MESI FA
Pontelangorino, figlio ha pagato amico per uccidere Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni

Pontelangorino, figlio ha pagato amico per uccidere Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni

FERRARA – Torturati, massacrati a colpi di mannaia nella loro casa e poi avvolti nella plastica. Salvatore Vincelli e la moglie Nunzia Di Gianni sono stati uccisi nella loro villetta di Pontelangorino, in provincia di Ferrara, il 10 gennaio dal loro figlio di 16 anni e da un suo amico. Proprio il figlio, che ha inscenato una rapina e finto il rinvenimento casuale dei corpi trucidati dei suoi genitori, avrebbe pagato l’amico affinché lo aiutasse col massacro. La Procura ha iscritto così il figlio e l’amico, che compirà a breve 18 anni, nel registro degli indagati con l’accusa di duplice omicidio aggravato e premeditato, ma il movente è ancora un mistero. Al momento, ha detto il procuratore di Ferrara Bruno Chechi, solo il movente economico è stato escluso.

Quel che è certo, dopo la confessione del giovane figlio della coppia, è che lui insieme ad un amico hanno torturato e ucciso i genitori. Ma da cosa scaturisce un omicidio così brutale e violento? Il procuratore Cerchi ha dichiarato: “Il movente non è chiaro e non è ancora stato individuato”. Intanto i due ragazzi sono stati posti in stato di fermo dalla procura dei minori di Bologna, dove sono stati trasferiti gli atti, e alla domanda domanda sui soldi che sarebbero stati offerti dal figlio all’amico per compiere il delitto, la risposta è stata laconica, si sono limitati a parlare di un “accordo”. Il procuratore ha dichiarato:

“In genere in questi casi si pensa ad un movente di carattere economico anche per precedenti casi di questo genere accaduti in passato (non li cita ma si pensa subito a fatti di tanti anni fa, da Pietro Maso a quello di Erica e Omar, o al caso Carretta, ndr). Al momento dalle indagini fatte dai carabinieri non risulta una particolare capacità economica della famiglia, per cui il movente andrà accertato successivamente con strumenti che ha la procura dei minori”.

A proposito dell'”accordo” tra i due ragazzi che hanno confessato, secondo il procuratore dopo le prime dichiarazioni della notte passata “è necessario un ulteriore esame con tutele difensive”. La procura per i minorenni infatti deve interrogare con avvocati i due ragazzini e poi chiedere di convalidare i fermi.