Pordenone, abusi sessuali su un’undicenne: sarà lo Stato a risarcire la vittima

Giulia Cerasi*
Pubblicato il 27 Ottobre 2010 - 12:07 OLTRE 6 MESI FA

Aveva undici anni e mezzo quando un operaio albanese, regolare in Italia, abusò di lei. Ora la sua famiglia riceverà un risarcimento di 100mila euro. Ma a pagare non sarà Dosti P., oggi ventiduenne, condannato a otto anni di reclusione e interdetto dai pubblici uffici, bensì lo Stato, grazie ad una direttiva dell’Unione Europea.

La vicenda ha inizio nel 2008 quando una ragazzina di 11 anni confidò alla cugina di aver subito abusi dall’operaio. Subito scattò l’indagine dei carabinieri che portò all’arresto dell’uomo con l’accusa di violenza sessuale. Al termine del processo i giudici stabilirono un risarcimento di 100mila euro a favore dei genitori della vittima, sentenza poi confermata dalla Corte d’appello di Trieste e, un paio di settimane fa, dalla Cassazione.

Il giovane operaio è in carcere, non ha soldi, nè avrà mai a disposizione una cifra così elevata. Così la parte civile, rappresentata dall’avvocato Rosanna Rovere, ha deciso di sfruttare una direttiva che l’Unione Europea ha fatto introdurre in Italia per i casi di violenza sessuale: a pagare sarà lo Stato. La direttiva dell’Ue infatti dà la possibilità alle parti civili di essere risarcite dal Consiglio dei ministri, ed è proprio ciò che farà l’avvocato Rosanna Rovere che rappresenta la famiglia della ragazzina.

Questo è il primo caso per la provincia di Pordenone è il primo caso. Finora, l’unico procedimento del genere è stato fatto in Tribunale a Torino, proprio quest’anno, per una ragazza che, rimasta vittima di uno stupro da parte di due stranieri privi di possibilità economiche, ha ottenuto 90mila euro di risarcimento dallo Stato.

*Scuola di Giornalismo Luiss