Il prete anti camorra lascia Napoli: mille persone alla sua ultima messa

Pubblicato il 10 Ottobre 2010 - 17:18 OLTRE 6 MESI FA

Commozione ma anche tanta rabbia per l’ultima messa a Napoli di Don Aniello Manganiello, il prete anticamorra che lascia il capoluogo partenopeo suo malgrado dopo sedici anni vissuti in trincea in un territorio ad alta densità camorristica. Don Aniello, oggetto di minacce di morte da parte della camorra, già la settimana prossima sarà a Roma dove è stato trasferito per ricoprire l’incarico di vicario parrocchiale nella chiesa di San Giuseppe, al quartiere Trionfale.

Una scelta spiegata dall’Opera don Guanella con logiche di avvicendamento, e contro la quale si sono espressi nei mesi scorsi politici di destra e di sinistra. Stamane circa un migliaio di persone ha risposto all’appello riempiendo la chiesa di Santa Maria della Provvidenza al Rione don Guanella sia per la funzione delle 10 dedicata ai bimbi, sia per quella delle 11.30 riservata al resto della comunità.

Le lacrime l’hanno fatta da padrone e lo stesso Don Aniello si è commosso. La sua lettera aperta, distribuita ai parrocchiani e letta durante l’omelia, una sorta di testamento spirituale ma anche un duro j’accuse nei confronti delle istituzioni e della Chiesa che lo avrebbero spesso lasciato solo nelle sue battaglie, è stata più volte interrotta dagli applausi e dalle grida di chi gli diceva di non andarsene. ”Una grande commozione – commenta il prete – che stempera la mia sofferenza. Mi sento violentato psicologicamente per un trasferimento che mi impedisce di proseguire un percorso. Come ho già detto obbedisco con la ragione, ma non con il cuore”.

Durante l’omelia Don Aniello ha esortato la Chiesa ad essere più severa nei confronti della criminalità con prese di posizione più dure: ”Specie nell’ amministrazione dei sacramenti – ha detto – c’è una certa superficialità. I sacramenti non si buttano via. Gesù disse di non dare perle ai porci”. Quindi ha ricordato la figura del martire cileno Oscar Romero: ”Anch’io come lui sono stato minacciato ed emarginato per essermi schierato dalla parte dei più poveri”.

Tra i parrocchiani qualcuno ha esposto dei cartelloni critici nei confronti della Chiesa partenopea. ‘Signore perdona la Chiesa per quello che ha fatto’, c’era scritto su uno di questi. ‘No ai preti pedofili, si’ ai preti anticamorra’ lo striscione esposto invece dai Verdi. Un cartellone preparato dai bimbi dell’Opera Don Guanella recitava ‘Don Aniello santo subito’. E’ finita con cinque minuti di applausi e i fedeli che non volevano lasciare la chiesa. E con qualcuno che ha sparato fuochi d’artificio: ”Sono stati i miei bambini – spiega don Aniello frenando su altre possibili interpretazioni – mi hanno voluto festeggiare così”.