Primo giorno di saldi, lunghe code e pochi acquisti

Pubblicato il 2 Gennaio 2010 - 15:56 OLTRE 6 MESI FA

File davanti ai negozi “storici” delle principali città italiane, ma borse della spesa semivuote. Comincia così il primo giorno di saldi invernali scattati oggi in otto regioni, con i centri storici di Roma, Milano, Napoli, Bologna, Palermo e Venezia presi d’assalto dal popolo dello shopping.

Gente assiepata nelle boutique di via Condotti e via Frattina nella Capitale e nella zona di via Montenapoleone a Milano per cogliere al volo sconti e offerte speciali, anche se, da più parti, si segnala ancora una certa prudenza negli acquisti: «Vediamo molto movimento – spiega Roberto Manzoni, presidente della Federazione italiana settore moda (Fismo) della Confesercenti – ma per ora non si segnalano grossi incassi. Alla fine penso che andrà come l’anno scorso, con un calo dovuto certamente alla crisi: la gente è molto più oculata, c’è grande paura del futuro».

A pagare sono le grandi firme: «Certo la gente fa la fila da Prada o Luis Vuitton per curiosità o nella speranza della super offerta, ma poi preferisce comprare capi di minore marca e minore qualità, spesso cose infime che vengono dall’oriente, e a soffrire sarà il made in Italy». E che l’inizio dei saldi non sia travolgente lo certifica il monitoraggio del Codacons, che fotografa un calo degli acquisti del 15% rispetto al 2009: «Dalle ore 10 alle ore 12,30 abbiamo registrato una diminuzione dell’affluenza di cittadini nei negozi e nei centri commerciali delle principali città (Napoli, Roma, Bologna, Milano, Venezia e Palermo) rispetto allo scorso anno – spiega il presidente Codacons, Carlo Rienzi – mentre la diminuzione degli acquisti si attesta attorno al 15 per cento. Per essere il primo giorno di saldi il calo delle vendite è pesante, e si spiega anche con il fatto che molti italiani sono ancora in vacanza per il Capodanno. Speriamo in una ripresa a partire da lunedì – prosegue Rienzi- ma riteniamo che alla fine della stagione i saldi faranno segnare un triste -20%, non avendo più le famiglie soldi da spendere per acquisti non essenziali».