Primo Maggio, rissa a Portella della Ginestra. Fischi anche a Bersani

Pubblicato il 1 Maggio 2012 - 16:17 OLTRE 6 MESI FA

PIANA DEGLI ALBANESI (PALERMO) – E’ finita tra rissa e contestazioni, senza gravi conseguenze, la celebrazione del 65esimo anniversario della strage di stato compiuta il 2 maggio 1947 a Portella della Ginestra, nella quale persero la vita 11 persone e 27 furono ferite durante una pacifica assemblea contro il latifondismo. Dopo i saluti di rito dei rappresentanti sindacali, un gruppo di manifestanti con le bandiere ‘No Tav’ e ‘proletari comunisti’ ha prima urlato ‘vergogna’ e ‘buffone’ al segretario nazionale del Pd Pierluigi Bersani che è riuscito a entrare in macchina grazie a un cordone di sicurezza. Lo scontro poi è scoppiato tra manifestanti e i militanti del Pd, costringendo la polizia a intervenire per separare i due gruppi. Ad accendere i contrasti è l’appoggio del Pd alla politica economica del governo Monti.

Erano anche presenti tra la folla alcuni candidati a sindaco di Palermo: Fabrizio Ferrandelli, Leoluca Orlando e Riccardo Nuti. ”I giovani devono recuperare la memoria, occorrono verità e giustizia, specialmente in Sicilia dove l’accordo tra lavoro e legalita’, lavoro e onesta’ ha un significato maggiore”, ha detto Bersani. ”Penso ai giovani e alle donne vittime della camorra, della mafia e della ndrangheta – ha aggiunto – l’Italia deve sapere che c’e una politica pulita, il Paese non deve lasciarli soli e in Sicilia cio’ e’ piu’ drammatico perche’ qui oggi ricordiamo la strage di Portella della Ginestra”.

”Siamo tormentati da una realtà locale ingestibile, chiediamo giustizia sociale, per questo la Cgil ha dichiarato 16 giorni di sciopero – ha detto Maurizio Cala’, segretario generale della Camera del lavoro di Palermo – A cosa servira’ la spending review se si fanno tagli anche alla legalita’ e alle forze dell’ordine? Non possiamo lasciare i nostri lavoratori alla mafia”. Ha ricordato le battaglie di Pio La Torre, Vito Lo Monaco, presidente del centro studi intitolato al sindacalista ucciso 30 anni fa dalla mafia e al quale e’ stata dedicata la commemorazione.

”Oggi piu’ che mai va difeso l’istituto della democrazia in cui La Torre ha creduto per primo, uno strumento che invece Beppe Grillo vorrebbe demolire”, ha detto. Tutti hanno ricordato le vittime passate e recenti della lotta alla mafia, da Placido Rizzotto a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Non ha risparmiato critiche al governo Monti, Walter Schiavella, segretario generale della Fillea: ”suona uno spartito troppo simile a quello della banca centrale europea con la crescita grande assente” – ha detto – occorre difendere l’articolo 18 dagli assalti di Confindustria e sbloccare il patto di stabilita’ che blocca investimenti utili per i Comuni. La battaglia per la legalita’ passa anche da queste cose”.