Processione San Matteo. Vescovo vieta inchini, paranze si fermano: fischi e cori

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Settembre 2014 - 10:02 OLTRE 6 MESI FA
Processione San Matteo. Vescovo vieta inchini, paranze si fermano: fischi e cori

Foto Ansa

SALERNO – La processione di San Matteo a Salerno si è spaccata. Il divieto di inchini e girate voluto dall’arcivescovo Luigi Moretti non è piaciuto alle paranze, che si sono ammutinate e hanno fatto fermate e giri non consentiti. Tutto mentre il vescovo andava avanti per la strada, tra i fischi e i cori. E intanto Maria Gerarda Patalone, il prefetto di Salerno, ha abbandonato la processione.

Una festa segnata dalle tensioni tra  la Curia, che aveva vietato le fermate al Comune di Salerno come dettato dalla Conferenza episcopale, e il sindaco Vincenzo De Luca e le paranze, che al divieto di fermarsi hanno scelto di opporsi, facendo non solo gli inchini ma addirittura poggiando il santo a terra in segno di protesta.

Adolfo Pappalardo su Il Mattino ricostruisce quanto accaduto:

“Prima un diverbio, in mattinata, tra il sindaco e il parroco della Cattedrale durante la funzione. Con il prefetto Maria Gerarda Pantalone costretta a fare da paciere. Ma è solo l’incipit di quel che accadrà nel pomeriggio. Con i portatori e le paranze che si ammutinano. Non vogliono uscire in processione. E usano a pretesto le statue dei santi fatte trovare non nella Cattedrale ma nell’atrio romanico che è parte stessa dell’edificio religioso.

Venti minuti di trattative con il vescovo che accetta il ricatto: potranno fare le girate, una sorta di piroetta, agli angoli di strada. Solo la paranza di San Matteo, quella del santo patrono, si rifiuta di uscire. Il vescovo è terreo e deve intervenire la Digos e il questore Anzalone con un faccia a faccia durissimo con il capo paranza. Una trattativa che, se ci levi parametri sacri, statue e canti, sembra quella tra tifosi e forze dell’ordine davanti allo stadio. Poi si esce anche se manca lui: il convitato di pietra De Luca che dal ’93 ad oggi (tranne in un caso) è sempre incollato alla statua del patrono. Per misurare a suon di applausi il suo personale consenso”.

Non una processione, ma il caos più totale tra il vescovo che avanza, le paranze che si fermano e chi abbandona la processione:

“Lo fa invece il prefetto Maria Gerarda Patalone, indignata, quando vengono posate le statue in terra. L’ennesimo sfregio. Poi gli uscieri vengono richiamati (e da chi se non dal sindaco De Luca?) per aprire le porte del Comune. Per far entrare le statue a fare l’inchino come aveva vietato il vescovo. A cui non gli viene riservato nemmeno l’onore delle armi: fischi anche alla benedizione finale. Mentre sono applausi ai capi paranza che hanno tenuto in ostaggio la processione”.

Il video della processione del Corriere della Sera: