Processo Arpav, ex maresciallo Franco Cappadona condannato a 4 anni

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Luglio 2016 - 09:47 OLTRE 6 MESI FA
Processo Arpav, ex maresciallo Franco Cappadona condannato a 4 anni

Processo Arpav, ex maresciallo Franco Cappadona condannato a 4 anni

PADOVA – Franco Cappadona, ex maresciallo dei carabinieri, è stato condannato a 4 anni di carcere e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici nell’ambito del processo Arpav. Due anni e 6 mesi di carcere invece per Mauro Bertani, imprenditore edile, accusato insieme a Cappadona di aver tentato di dare una mazzetta da 300mila euro ad Andrea Drago, all’epoca dei fatti contestati direttore dell’Arpav di Padova.

Il Gazzettino scrive che la condanna è arrivata nella tarda serata del 4 luglio, dopo 3 ore di camera di consiglio per i giudici che hanno deciso la sentenza e la condanna nell’ambito del processo Arpav:

“La condanna più pesante per Franco Cappadona, il luogotenente dei carabinieri ex capo della sezione di polizia giudiziaria in Procura. Al militare sono stati inflitti quattro anni, ma soprattutto l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. A breve partirà la procedura di radiazione. Il maresciallo dovrà anche pagare le spese processuali con 8mila euro.

Due anni e sei mesi è invece la condanna per l’imprenditore edile Mauro Bertani, che dovrà risarcire la parte civile con 5mila euro. Per lui l’interdizione dai pubblici uffici è solo temporanea. Infine i due in solido dovranno risarcire la parte civile con 15mila euro.

Tutto iniziò, secondo l’accusa, quando Cappadona tra il 2008 e il 2009 avrebbe cercato di costringere Andrea Drago, all’epoca direttore dell’Arpav di Padova, a scegliere come nuova sede dell’agenzia uno spazio all’interno del grattacielo Net Center di via Venezia il cui proprietario è il costruttore Mauro Bertani. In cambio della promessa non accettata da Drago, l’ex direttore dell’Arpav avrebbe dovuto ricevere una tangente di 300mila euro. Sempre secondo l’accusa Cappadona avrebbe consigliato ed esortato Drago con tono e modalità perentorie a soddisfare le pretese di Bertani”.