Processo Ifil-Exor, chiesti 2,5 anni per Grande Stevens, 2 anni per Gabetti

Pubblicato il 9 Febbraio 2013 - 14:17| Aggiornato il 14 Giugno 2022 OLTRE 6 MESI FA

TORINO – Due anni e mezzo di reclusione per Franzo Grande Stevens e due anni per Gianluigi Gabetti: sono le richieste di pena formulate dal pm Giancarlo Avenati Bassi nel processo Ifil-Exor. Il magistrato ha tenuto una requisitoria lunga due ore per argomentare l’accusa di aggiotaggio informativo relativo all’ ‘equity-swap’ del settembre 2005 che consentì alle finanziarie della famiglia Agnelli di mantenere il controllo del gruppo automobilistico evitando di scendere sotto il 30% delle quote azionarie, cosa che sarebbe avvenuta se il prestito delle banche fosse stato convertito in azioni.

Alla fine, il pm ha ripresentato le medesime richieste che aveva fatto nel processo di primo grado conclusosi con l’assoluzione degli imputati e poi parzialmente annullato (per un terzo imputato, Virgilio Marrone, era stato confermato il verdetto) dalla Cassazione. Il giudice Roberto Pallini, presidente della Corte d’appello che dovrà decidere, ha stabilito che la richiesta di nullità del processo per il principio del ‘ne bis in idem’ formulata dagli avvocati Cesare Zaccone e Michele Briamonte, che assistono Grande Stevens, a cui si sono associate le difese di Gianluigi Gabetti, rappresentato dagli avvocati Franco Coppi e Marco Ferrero, di Exor e della accomandita Giovanni Agnelli Sapaz, rappresentate dal legale Guglielmo Giordanengo, sara’ valutata nel merito alla fine del dibattimento.

Lo scorso giugno la Cassazione aveva annullato la sentenza di primo grado, che aveva assolto dall’accusa di aggiotaggio informativo Gianluigi Gabetti, all’epoca presidente della finanziaria, e Franzo Grande Stevens, legale della famiglia Agnelli, disponendo la ripetizione del giudizio. Al centro della vicenda c’erano i comunicati stampa di Ifil e dell’accomandita Giovanni Agnelli Sapaz, imputati come persone giuridiche, emessi su richiesta della Consob il 24 agosto 2005, in cui si precisava di non aver intrapreso né studiato alcuna iniziativa in relazione alla scadenza del prestito-convertendo.

Il collegio giudicante ha respinto le eccezioni dei difensori, che hanno sostenuto che gli imputati erano già stati processati e condannati a una sospensione dalla Consob. In giornata dovrebbero arrivare le richieste di pena del pm, Giancarlo Avenati Bassi, e del pg, Marcello Maddalena. Sul nuovo processo incombe la prescrizione, i cui termini scadono entro la fine del mese di febbraio.