Cuffaro. Un altro processo per mafia, accusato di concorso esterno

Eloisa Moretti Clementi*
Pubblicato il 26 Gennaio 2010 - 10:45 OLTRE 6 MESI FA

Non sembrano finiti i guai giudiziari per Salvatore Cuffaro. A pochi giorni dalla sentenza d’appello che lo ha condannato a sette anni di reclusione per favoreggiamento e agevolazione di Cosa Nostra, per l’ex governatore della Regione Sicilia si aprirà a breve un nuovo fronte giudiziario. Concorso esterno in associazione mafiosa, questa l’imputazione alla base della richiesta del sostituto procuratore Di Matteo di processare nuovamente Cuffaro, attualmente senatore nelle file dell’Udc. L’udienza preliminare, prevista per il 5 febbraio, dovrebbe dare il via a un processo che vede il ritorno del sostituto procuratore Nino Di Matteo, che nel primo processo aveva abbandonato l’accusa perché in disaccordo con la linea “morbida” scelta dalla procura di Palermo.

Il senatore Salvatore Cuffaro

Nei sessanta fascicoli depositati dalla procura a sostegno della nuova richiesta di rinvio a giudizio si legge: «Nella sua veste di esponente politico di spicco e di presidente della Regione, Cuffaro consapevolmente e fattivamente ha contribuito al sostegno e al rafforzamento dell’associazione Cosa nostra, intrattenendo, anche al fine della ricerca e dell’acquisizione di sostegno elettorale, rapporti diretti o mediati con numerosi esponenti di spicco dell’organizzazione».

Al centro del nuovo procedimento ci sarebbe la testimonianza dell’imprenditore Gaspare Romano, già condannato per favoreggiamento alla mafia, che avrebbe conosciuto Cuffaro durante un pranzo assieme a tre mafiosi di spicco: Emanuele Brusca, Rino Lo Nigro e Santino Di Matteo, uno degli assassini del giudice Falcone. Secondo il racconto di Romano, «la conviviale si tenne nelle campagne di Portella della Ginestra, quindici anni fa o forse più». Alla vigilia dell’inchiesta-bis, per i magistrati è sempre vivo il rischio di una fuga di notizie, già oggetto del primo processo.

* Scuola di giornalismo Luiss