Processo Porto di Genova: a Novi solo due mesi per turbativa d’asta, assolto da 12 capi d’imputazione su 13

Pubblicato il 17 Settembre 2010 - 18:24 OLTRE 6 MESI FA

Giovanni Novi

”Per questa cosa hanno fatto morire mia moglie e mi hanno arrestato. Non sarò mai risarcito”. È amaro il commento dell’ex presidente dell’Autorità portuale Giovanni Novi, assolto per 12 capi d’imputazione su 13, e condannato a due mesi solo per un episodio di turbativa d’asta del 2004.

Per lui, protagonista dell’inchiesta sul porto di Genova che aveva investito la città come un terremoto, la richiesta di condanna era stata di sei anni di reclusione ed un anno di libertà vigilata.

E la sensazione, dopo la lettura della sentenza del Gup Maurizio De Matteis, è che la grande indagine coordinata dai pm Walter Cotugno, Enrico Zucca e Mario Morisani per presunti illeciti nell’assegnazione dell’area del terminal Multipurpose e la concessione di servizi di banchina alla Compagnia unica, sia stata solo una montagna capace di partorire un topolino.

Degli altri sette imputati coinvolti nel procedimento infatti, altri tre, e cioè l’ex segretario generale dell’Autorità Portuale, Alessandro Carena, l’avvocato Sergio Maria Carbone, noto docente universitario ed ex consulente dell’Autorità Portuale, e l’armatore Aldo Grimaldi, come Novi, sono stati condannati a due mesi per turbativa d’asta.

Assolti altri quattro, e cioè l’avvocato generale dello stato Giuseppe Novaresi (coinvolto per un parere), l’ex dirigente dell’Autorità Portuale Filippo Schiaffino, il vice console della CULMV Valter Marchelli e l’imprenditore della logistica Aldo Spinelli. La moglie di Novaresi nell’apprendere dell’assoluzione del marito è scoppiata in lacrime e si è allontanata in preda alla commozione.

Novi, che ha ammesso di aver preso un tranquillante per affrontare la mattinata, ha ricordato la morte della moglie Nucci malata di cancro, avvenuta poco dopo il suo arresto.

Poi ha criticato l’atteggiamento dell’attuale presidente dell’Autorità portuale Luigi Merlo, che costituitosi parte civile, attraverso il suo avvocato, aveva chiesto le stesse condanne del pm. ”E scandaloso – ha detto -. Se avesse buon gusto si dimetterebbe”. Con Giovanni Novi c’erano i figli Andrea e Alessandro che con i fratelli, all’epoca, avevano scritto una lettera indignata ai magistrati per quanto stavano facendo al padre.

”Speravamo in un’assoluzione piena – ha detto Alessandro Novi -. Ma hanno dato un contentino al pm”. L’imprenditore Spinelli invece ha messo subito insieme due conti sul mancato business. Un traffico da 180mila container in sei anni, per 100 euro a container, ”tutto sfumato dopo l’abbandono della Msc di Gianluigi Aponte”. Mentre l’ex segretario generale dell’Autorita’ portuale Carena ha detto di sentirsi ”svuotato dopo un lungo periodo di sofferenza”.

Il pm Walter Cotugno ha opposto un secco no comment, mentre Zucca ha affermato di ”non poter giudicare una sentenza senza conoscerne la motivazione”.

E ”no comment” è stata anche la risposta del successore di Novi, il presidente Luigi Merlo. L’avvocato Cesare Manzitti che, con l’avvocato Cesare Corti Galeazzi di Milano, difende Novi, ha osservato: ”Il primo round si è concluso con la condanna di una parte di un solo capo d’imputazione su 13. Faremo sicuramente appello per ottenere l’assoluzione totale”.