Sarah Scazzi, processo a Sabrina e Cosima. “Ergastolo: condanna va confermata”

di Giacomo Rizzo (Ansa)
Pubblicato il 18 Luglio 2015 - 18:17 OLTRE 6 MESI FA
Cosima Serrano e la figlia Sabrina Misseri. Al centro Sarah Scazzi (foto Ansa)

Cosima Serrano e la figlia Sabrina Misseri. Al centro Sarah Scazzi (foto Ansa)

ROMA – Cita la sentenza Parolisi e ammette che quello per l’omicidio di Sarah Scazzi è un processo indiziario, ma tutti gli elementi più significativi sono ”coerenti e convergenti verso un’unica spiegazione”. A uccidere, il 26 agosto del 2010, la 15enne di Avetrana, secondo il sostituto pg Antonella Montanaro, sono state Sabrina Misseri e sua madre Cosima Serrano, per le quali “va confermato il verdetto di primo grado con la condanna all’ergastolo”.

L’udienza di sabato 18 luglio, riservata alle repliche di accusa e difesa, ha di fatto consentito un supplemento di requisitoria alla rappresentante dell’accusa, che ha ribadito come il materiale probatorio non possa “essere frammentato: questo è il gioco della difesa”. I giudici entreranno in camera di consiglio per la sentenza il 24 luglio, dopo la replica dell’avv. Nicola Marseglia, co-difensore di Sabrina. Le due imputate detenute erano presenti in aula, ma hanno scelto di seguire l’udienza in posti diversi. Sabrina, occhiali neri e capelli raccolti con un elastico, indossava una polo bianca e rossa e un pantalone nero. E’ rimasta seduta tutto il tempo nel gabbiotto. Cosima Serrano era invece accanto ai suoi legali. Anche lei non ha tradito emozioni. Indossava una maglia marrone e un pantalone nero. Alle sue spalle, due file dietro, c’era suo marito: Michele Misseri, camicia a righe verticali bianca e azzurra e marsupio a tracolla. Dall’altro lato la famiglia della vittima: la mamma Concetta Serrano, il papà Giacomo e il fratello Claudio.

“Ma non c’è Sarah”, ha detto nel suo intervento Nicodemo Gentile, difensore di parte civile. “Questo è il processo di Sarah: dovremmo ricordarcelo tutti. La famiglia avrebbe fatto volentieri a meno di essere qui, oggi”.

Il processo, ha aggiunto Gentile, “ha una svolta obbligata, bisogna capire anche in appello: chi ha ucciso Sarah? Perché? Se la sentenza di primo grado deve essere ribaltata – ha osservato rivolgendosi ai giudici – indirettamente voi direte, come dicono le difese, che a uccidere è stato Michele Misseri. Vi chiediamo di non commettere l’errore del secolo, di portata planetaria, parlando di un assassino che non sa perché ha ucciso e con che cosa ha ucciso”.

Il pg ha contestato la versione della difesa sul presunto complotto da parte di polizia giudiziaria, carabinieri, pm e giudici, anche della Cassazione, nei confronti di Sabrina. “Che motivo avrebbero avuto?”, ha sostenuto, ricordando che le indagini dopo la scomparsa di Sarah furono “portate avanti a 360 gradi con accertamenti su tutti, anche sulla stessa famiglia Scazzi e persino sul suo papà”.

Montanaro ha poi puntualizzato ancora che Sarah è stata uccisa tra le 14 e le 14.18 (mentre la difesa sposta l’orario tra le 14.28 e le 14.42), che le responsabili sono mamma e figlia (“una la teneva, l’altra la soffocava”) e che Michele Misseri era lucido (“senza l’ombra di avvocati o infermieri”) sia quando ha accusato la figlia nell’incidente probatorio sia durante il sopralluogo nel garage in cui ha ricostruito i fatti. A rispondere, punto per punto, ai rilievi dell’accusa è stato l’avvocato Franco Coppi, altro legale di Sabrina, secondo il quale ”la difesa non ha mai parlato di complotto ma di errori colossali.

Il pg ha analizzato, in sede di replica, solo situazioni di contorno, senza toccare le questioni fondamentali. Noi crediamo – ha ribadito Coppi – alla confessione di Michele Misseri, che ci ha spiegato i motivi per i quali fu indotto ad accusare ingiustamente la figlia perchè pensava di cavarsela con poco e che Sabrina avrebbe avuto la sospensione condizionale. Un reo-confesso è libero, mentre in carcere, con un pregiudizio di fondo, sono finite due innocenti”.