Processo Thyssen: chiesti 16 anni e mezzo per l’ad Espenhahn per omicidio volontario

Pubblicato il 14 Dicembre 2010 - 12:52 OLTRE 6 MESI FA

La condanna a 16 anni e mezzo di reclusione dell’amministratore delegato Herald Espenhahn è stata chiesta dall’accusa al processo Thyssenkrupp. Il reato ipotizzato, per la prima volta in un caso di incidente sul lavoro, è omicidio volontario con dolo eventuale.

Il pubblico ministero Raffaele Guariniello ha poi chiesto la condanna a 13 anni e 6 mesi per i quattro dirigenti (Marco Pucci, Gerald Priegnitz, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri), e a 9 anni per un quinto, Daniele Moroni. Questi rispondevano di omicidio colposo.

Per la prima volta in Italia, un pool di magistrati contesta l’omicidio con dolo eventuale in un caso di incidente sul lavoro. Secondo i magistrati, infatti, fu principalmente di Espenhahn la responsabilità dell’avere trascurato lo stabilimento torinese in vista del trasferimento dell’intera produzione in quello di Terni.

”Sono state le indagini – aveva detto il pm Guariniello all’inizio della sua arringa conclusiva – a imporci il dolo. Le perquisizioni nei locali della fabbrica, dei pc e degli archivi ci hanno portato a scoprire le ragioni per cui sette operai erano morti. Abbiamo la ferma convinzione che l’amministratore delegato, pur rappresentandosi la concreta possibilita’ di infortuni e incidenti mortali come conseguenze possibili della propria condotta, non ha tenuto un comportamento che potesse prevenirli. Ha accettato il rischio decretando la morte dello stabilimento di Torino e abbandonando gli operai a se stessi”.