Processo Unipol, Di Pietro: “Favata disse ‘consegnai nastro a Berlusconi'”

Pubblicato il 3 Maggio 2012 - 12:18 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – ''L'Imprenditore Favata mi disse che quella pen-drive con l'intercettazione la consegnò a Silvio Berlusconi, dopo avergliela fatta ascoltare''. Lo ha raccontato, davanti ai giudici di Milano, Antonio Di Pietro, testimone nel processo a carico di Silvio e Paolo Berlusconi per la vicenda della fuga di notizie relativa al 'nastro' Fassino-Consorte.

Il leader dell'Idv nel corso della sua deposizione ha spiegato come 'verbalizzo'', come ''facevo una volta'' quando era magistrato, il racconto dell'imprenditore, ma ''su una tovaglietta''.

L'ex magistrato Di Pietro, sentito come testimone citato dall'accusa nel processo a carico dei fratelli Berlusconi, ha ripercorso per oltre un'ora quando l'imprenditore Fabrizio Favata, gia' condannato per la vicenda della fuga di notizie, si presento' da lui per raccontargli il 'caso' che coinvolgeva l'allora premier e suo fratello editore. Fu proprio Di Pietro, infatti, sulla base del racconto di Favata, a presentare ''una relazione'' in Procura che fece scattare le indagini che hanno portato al processo. ''Erano fatti che a mio avviso – ha spiegato il leader dell'Idv, rispondendo alle domande del pm Maurizio Romanelli – potevano avere rilevanza penale e sentivo il dovere come cittadino di riferirli''. Di Pietro ha chiarito di aver incontrato per due volte verso meta' settembre del 2009 Favata e di aver ''preso appunti su una tovaglietta di carta gialla''. Favata, stando alla deposizione di Di Pietro, ha raccontato al leader dell'Idv di aver ''fatto ascoltare a Berlusconi l'intercettazione e di averla consegnata all'allora premier''.

L'imprenditore, a verbale, non ha mai detto chiaramente di averla data nelle mani di Berlusconi, ma soltanto di avergliela fatta ascoltare ad Arcore alla vigilia di Natale del 2005.

''Favata – ha proseguito Di Pietro – era incavolato con Silvio Berlusconi perche' lui gli aveva dato i nastri dell'intercettazione e Berlusconi in cambio non gli aveva dato nulla''.

Quando il caso di quell'intercettazione, dopo la pubblicazione su Il Giornale ''era montato'', ha aggiunto Di Pietro, ''Favata e l'altro imprenditore Raffaelli erano molto contenti di aver fatto un buon lavoro e Paolo Berlusconi gli aveva detto 'mio fratello Silvio e' contento e quando avrete bisogno potrete contare su di lui'''.