La “Procter&Gamble” chiude il centro di ricerche di Sambuceto: 130 cervelli via dall’Italia

Pubblicato il 20 Gennaio 2011 - 19:40 OLTRE 6 MESI FA

Ancora una volta in pericolo la ricerca italiana: la multinazionale americana Procter & Gamble ha comunicato oggi ai dipendenti la decisione di chiudere il centro di ricerca di Sambuceto (Chieti) e di trasferire, entro luglio 2012, i 130 ricercatori in altri siti negli Stati Uniti, in Europa e in Asia.

Sconcerto e preoccupazione tra i sindacati. Di ”notizia grave e dirompente” parla il governatore d’Abruzzo, Gianni Chiodi, mentre il presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, rilancia: ”in queste ore davvero non si comprende perché le dirigenza di questa multinazionale abbia preso una decisione tanto drastica”. Il centro si occupa di ricerche su materiali assorbenti e antiodore e la multinazionale americana l’aveva rilevato anni fa dalla Fater, proprio per l’alta qualità dei prodotti realizzati. E’ considerato uno dei centro di ricerca più produttivi e polo d’eccellenza in Italia, tanto da aver ricevuto dalle mani del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il Premio Innovazione 2010. Di questi tempi, quasi un anno fa, l’annuncio dello smantellamento, a Verona, del centro ricerche di GlaxoSmithline, multinazionale farmaceutica. Attivià di ricerca salvata, nel maggio scorso, da un accordo con la società americana Aptuit. Ora è la volta del centro ricerca abruzzese della Procter & Gamble.

”Per quanto ancora in una fase di trattativa siamo molto pessimisti – ha confermato il segretario generale della Cgil di Chieti, Michele Marchioli – Quando queste multinazionali decidono, non c’è niente e nessuno che gli faccia cambiare i dea”. In queste ore è in corso una riunione a Chieti tra parti sociali e Confindustria: ”Ma da Confindustria – conferma Marchioli – non ci aspettiamo niente di più, perché c’è scarsa propensione alla difesa delle ragioni del lavoro sul territorio. C’è semmai più attenzione a seguire le motivazioni delle aziende e ad assecondare le loro volontà”.

Secondo quanto emerge in queste ore, una parte dei 130 ricercatori potrebbe rientrare nell’interesse della Fater, azienda leader nel campo dei pannolini in Italia, che anni fa creò proprio il centro di ricerca poi ceduto alla multinazionale americana. ”Ma si tratta di piccoli numeri che non fermerebbe quella che è un’altra fuga di cervelli dal nostro Paese”, conclude il segretario generale della Cgil di Chieti. ”Una brutta notizia”, dice il presidente della Giunta d’Abruzzo Chiodi, che conferma di essere stato portato a conoscenza delle difficoltà preesistenti, ma si dice colto di sorpresa dalla decisione della multinazionale americana: ”Dobbiamo intervenire anche se mi sembra ci sia del tempo – continua Chiodi – Ora dovremo lavorare molto e vedere quali proposte potremo fare alla multinazionale, anche se tutti conoscono le difficoltà del mercato del lavoro e la mancanza di fondi”.