Prostituzione: con la crisi economica aumentano maltrattamenti e rischio malattie

Pubblicato il 23 Giugno 2010 - 14:56 OLTRE 6 MESI FA

Le prostitute hanno fame, sempre più fame. E’ uno dei tanti spunti di riflessione sul fenomeno emerso mercoledì a Torino dove, nella sede del Gruppo Abele, si sono dati appuntamento decine di amministratori pubblici, comandanti e agenti di Polizia Municipale, operatori che hanno lavorato insieme nelle Unità di Strada in aiuto alle donne, in gran parte immigrate e vittime della tratta.

La crisi economica sta producendo i suoi effetti anche sul mestiere più vecchio del mondo. ”Non sono ancora grandi numeri – ha osservato Claudia De Coppi, referente dell’Unità di Strada del Gruppo Abele – ma capita sempre più spesso di incontrare donne italiane che si prostituiscono, disperate perchè hanno perso il posto di lavoro o non riescono a trovarne uno”.

Non solo ma ”mentre fino a poco tempo fa il nostro approccio – ha aggiunto De Coppi – era in prevalenza di tipo sanitario, distribuendo anche materiale per la prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili, oggi diamo anche generi di prima necessità, cibo, specialmente alle donne nigeriane”.

La crisi economica si fa sentire anche sotto un altro aspetto: donne, specialmente giovanissime, che accettano anche rapporti non protetti pur di ”lavorare”. I dati raccolti dal gruppo Abele sui contatti delle Unita’ di Strada relativi al 2008/2009 a Torino e nei comuni limitrofi di Candiolo, Grugliasco e Collegno vedono prime in classifica le nigeriane (1.248), seguite dalle donne provenienti dall’est Europeo (572, di cui 235 dalla Romania).

In un anno sono state contattate 171 minorenni e 21 transessuali che – è stato sottolineato – hanno visto peggiorare la loro condizione umana dopo la risonanza mediatica del caso Marrazzo.

Il Progetto dell’Unità di Strada del gruppo Abele, in parte finanziato dalla Regione Piemonte e dal Dipartimento per le Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, prevede due uscite all settimane sul territorio, rivolte in particolare alle donne dell’est Europeo e alle donne di nazionalita’ nigeriana, rispettivamente al giovedi’ e al venerdi’ dalle 22 all’una di notte. L’equipe è formata da due operatori, tre mediatrici interculturali (di nazionalita’ nigeriana, albanese, romena) e otto autisti.