Psicosi da neve: caccia al cibo. Pane e sale già finiti, compri chi può?

Pubblicato il 10 Febbraio 2012 - 15:02 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Pane e sale già finiti nei negozi, compri chi può!”. Questo è l’effetto della psicosi da neve, che ufficialmente aperto la stagione della “caccia al cibo”. A lanciare l’allarme è Francesco Fabbi, presidente del settore Alimentare della Confcommercio: “Da ieri  – giovedì 9 febbraio –  fino a questa mattina abbiamo registrato un vero e proprio assalto ai negozi. Come la scorsa settimana il sale è la prima cosa che è finita. La gente, in preda al panico, compra il sale anche per usi non propriamente alimentari, per spargerlo davanti agli ingressi di casa o in giardino. Si sono svuotati anche gli scaffali del pane, che va letteralmente a ruba, e delle conserve”. E allo spettro del rimanere senza cibo, si affianca il sospetto della speculazione davanti all’emergenza ed al panico dei cittadini.

Nemmeno fosse in arrivo una guerra mondiale, l’ondata di gelo portata da blizzard semina il panico. E’ pur vero che gli effetti della neve e del maltempo hanno paralizzato l’Italia da nord a sud: autostrade, treni e aeroporti sono in tilt da una settimana. E se i trasporti si arrestano, ecco che le scorte di cibo vengono a mancare.

Se nel caso dello sciopero dei Tir il mancato trasporto dei generi alimentari ha causato perdite da 100 mila tonnellate al giorno di cibo buttati e 50 milioni di euro di danni, le conseguenze del maltempo sull’economia italiana saranno ben più gravi. Le colture agricole non sopporteranno il gelo di questi giorni, un clima decisamente non usuale in Italia ed a cui le colture non sono abituate.

Anche gli animali muoiono decimati nelle stalle, con le galline che fanno meno uova e le mucche che hanno ridotto in media del 15 per cento la produzione di latte per il freddo, con 4 milioni di litri di latte in meno al giorno. Questi sono i dati della Coldiretti, che dall’arrivo del burian che venerdì 3 febbraio ha paralizzato l’Italia la prima volta, ora si preoccupa degli effetti di blizzard.

Se lo scorso mercoledì 8 febbraio la Coldiretti annunciava che 100 mila tonnellate di cibo sono andate distrutte a causa del maltempo e che dopo una settimana “sotto zero” gli scaffali erano vuoti in media del 30 per cento, la psicosi da neve potrebbe essere spiegata. Come potrebbe un consumatore non correre ai ripari, consapevole che il commercio rischia una nuova settimana di stop ai trasporti per colpa della nuova ondata di neve? La risposta è semplice, non può.

I fenomeni meteorologici hanno colpito un’Italia assolutamente impreparata alla gestione dell’emergenza, che davanti allo spauracchio della neve ha ben pensato solo a spargere sale, anche lì dove non ce n’era bisogno. Per il consumatore ossessivo, che teme il black out elettrico e di rimanere senz’acqua, eventualità non così remota nell’Italia impreparata al gelo, scatta la corsa allo scaffale e la caccia all’ultimo pacco di sale. Il pane poi, senza non si può stare.

Forse giusto alla benzina non ci saranno corse, l’abbiamo già finita davanti allo spettro dello sciopero dei benzinai. Si corre però all’acquisto delle immancabili catene. Se poi la verdura aumenta, nemmeno fosse l’ultima zucchina rimasta sulla terra, il prezzo non sarà un problema. All’urlo di “compri chi può”, ci si assicurerà tutto il necessario per superare la psicosi da neve.