Quargnento, si segue la pista dei dissidi familiari. Gli investigatori: “Non è terrorismo”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Novembre 2019 - 18:17 OLTRE 6 MESI FA
Quargnento, Ansa

Quargnento, i Vigili del Fuoco sul sul luogo dell’esplosione (foto Ansa)

ROMA – L’obiettivo era quello di far saltare la casa e non quello di uccidere i vigili del fuoco.

Di questo sembrano convinti gli investigatori che indagano sull’esplosione di Quargnento. Esplosione in cui tre vigili del fuoco sono morti ed altri due sono rimasti feriti, insieme ad un carabiniere.

Scartata quindi la pista eversiva?

Un edificio disabitato di un piccolo centro, questo è il ragionamento degli investigatori, non è il target di chi normalmente rivolge le proprie azioni contro caserme o siti ‘istituzionali’. L’innesco poi, come è noto, aveva il timer. Ma il timer e l’innesco vengono definiti estremamente rudimentali e non è affatto detto che la seconda esplosione sia stata voluta. La dinamica, anzi, sembra descrivere piuttosto un modo di agire pasticciato e improvvisato. Naturalmente gli accertamenti degli artificieri e degli specialisti del Ris diranno di più sulla tecnica adottata, ma i carabinieri che indagano sono fiduciosi di arrivare alla conclusione del caso prima dell’esito di queste indagini tecniche.

“Omicidio plurimo” e “crollo doloso di edificio” i reati ipotizzati nel fascicolo aperto dalla procura di Alessandria. Fascicolo aperto al momento contro ignoti.

Dunque, nonostante il modus operandi possa far pensare a un attentato eversivo – con la doppia deflagrazione, la prima utilizzata come esca e la seconda letale – le piste al momento privilegiate riconducono ad un ambito familiare: si pensa in particolare a dissidi tra il proprietario dell’abitazione e il figlio, con cui sembra non corra buon sangue, e ad un tentativo di incassare i soldi dell’assicurazione del fabbricato.

Ma la cautela è d’obbligo. “Le indagini proseguono a 360 gradi e nulla viene tralasciato”, afferma un investigatore. L’unica cosa certa è che non si è trattato di un incidente: “l’esplosione è stata voluta e deliberatamente determinata. E’ un atto doloso”, ha detto senza mezzi termini il procuratore di Alessandria, Enrico Cieri.

Due, in particolare, sono le piste al momento privilegiate. La prima riguarda i rapporti tra il proprietario dell’abitazione e il figlio, che non vengono descritti come idilliaci. Tutt’altro. Gli inquirenti hanno ascoltato il proprietario, come persona informata dei fatti, e i suoi familiari. Secondo il procuratore di Alessandria l’uomo non ha riferito “nulla di significativo se non una mera ricapitolazione dei fatti. Sono tutte informazioni che vanno comparate, bilanciate, esaminate, pesate. Siamo ancora all’inizio di questa attività”, si è limitato ad aggiungere. La seconda pista ipotizza invece un atto doloso finalizzato a riscuotere il premio dell’assicurazione sulla casa, che appunto era disabitata e, per un certo periodo, è stata messa anche in vendita. Si sarebbe trattato di un modo per incassare dei soldi liquidi che, a quanto pare, avrebbero fatto molto comodo ad una famiglia che alcuni descrivono in difficoltà economica. Ma le indagini, ripetono gli investigatori, vanno avanti a tutto campo e non tralasciano alcuna ipotesi: nemmeno quella, di cui si parla in paese, secondo cui l’attentato potrebbe essere una sorta di regolamento di conti legata alle scommesse sui cavalli.

Fonte: Ansa.