Ragazza madre sfrattata da case popolari, chiede aiuto ad Alemanno

Pubblicato il 19 Febbraio 2010 - 11:19 OLTRE 6 MESI FA

Cintamani Puddu

Ha avuto il coraggio partorire a 17 anni, si è diplomata nonostante fosse una baby-mamma senza l’aiuto dei genitori in guerra per la sua decisione. Adesso «una madre disperata con una figlia meravigliosa» chiede aiuto al sindaco di Roma, Gianni Alemanno, perché rischia di perdere la casa e sua piccola Sita di 4 anni. Il primo cittadino romano ha accolto la sua richiesta offrendole un alloggio nella Capitale.

Cintamani Puddu, 21 anni romana, in una lettera pubblicata dal Corriere della Sera e indirizzata al sindaco di Roma, parla della sua decisione di avere la bambina a soli 17 anni, delle difficoltà e dei pregiudizi. A darle la forza la consapevolezza di amare già la piccola che aveva in grembo, con la speranza che  questa «piccola famiglia felice», composta soltanto da loro due,  potesse avere comunque stabilità e un futuro.

Cintamani e la sua bambina vivono in una casa occupata da cui stanno per essere cacciate, la famiglia di origine non può o non vuole aiutarle, la piccola rischia di essere affidata ai Servizi sociali, nonostante sia «una bambina serena», con una «madre disperata» che ha solo bisogno di un po’ di aiuto per guardare al futuro con serenità. E speriamo che chi ha il potere di farlo non si tiri indietro.

Diplomatasi «con il massimo dei voti» la giovane mamma va via di casa perché «la situazione in famiglia non era più sostenibile» e si traferisce a casa di un’amica, anche lei con una bimba piccola. «Vivevamo in 5 in 2 stanze e io e mia figlia avevamo una “camera” improvvisata dividendo il salone con una libreria». Le difficoltà la costringono ad andare via e per fortuna, scrive Cintamani, «ho avuto la “fortuna” di occupare una casa popolare». L’alloggio in Via Donna Olimpia 30 è di proprietà dell’Ater, che in questi giorni ha notificato lo sfratto alla ragazza madre e sua figlia, perché a quanto pare Cintamani non ha i requisiti per ottenere l’alloggio. Forse essere mamma con un figlio minore a carico e con un lavoro precario è troppo per ottenere una casa popolare.

La giovane mamma scrive che lo scorso anno ha guadagnato  7.900 euro. « Mantenere un bambino, in Italia, è diventato davvero difficile. Non posso permettermi nemmeno di andare dal dottore se sto male perché per me significherebbe perdere un giorno di lavoro e rischiare il posto. Per questo motivo – scrive ancora al sindaco- un anno fa sono finita in ospedale con la broncopolmonite».

L’unico modo per uscire da questa situazione è affidare la bimba ai servizi sociali, ma Cintamani non ne vuole sapere, non vuole «perdere la mia bambina per colpa… del Paese» dell’economia e dei soldi. La ragazza si ritiene una buona madre e sua figlia è una bimba serena «se ritenessi di non fare abbastanza, abbasserei la testa e accetterei». La donna quindi vuole continuare a fare i sacrifici per la sua bambina per sempre ma ha bisogno di aiuto perché «non posso farcela da sola. E non ho nessun altro a cui chiedere se non allo Stato».

Poche ore e arriva la replica del sindaco. Cintamani sarà accolta da una struttura in via del Casaletto. «Non sarà separata dalla sua bambina e verrà ospitata per 8 mesi dalla struttura di via del Casaletto, nella quale ci sono altri casi simili – ha annunciato Alemanno, che ha incontrato la ragazza in Campidoglio – lei avrà la sua privacy, la sua stanza di 30 metri quadri, e avrà accanto altre persone che l’aiuteranno. Inoltre, mi impegno affinchè fino a quando non verrà inserita in una graduatoria secondo le nuove normative e avrà una casa in base alle leggi noi la ospiteremo in questa struttura».

Secondo il sindaco questa decisione è «un segnale che diamo a lei ma anche a tutte le ragazze madri, che a Roma non devono sentirsi sole – ha affermato – penso che casi come quello di Cintamani Puddu debbano essere tutelati perchè si tratta di ragazze che accettano la sfida di essere madri contro tutto e contro tutti. Vogliamo essere vicini a persone come lei, delle piccole eroine».