“Ragazze doccia”, baby prostitute a Milano: la procura apre un’inchiesta

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Novembre 2013 - 18:02| Aggiornato il 11 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA

prostitute-babyMILANO – La procura di Milano ha aperto un fascicolo sulle cosiddette “ragazze doccia“. La Procura presso il Tribunale per i minorenni vuole sapere di più sulle otto ragazzine che, secondo l’equipe del professor Luca Bernardo, direttore del reparto di pediatria dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano, si sarebbero prostituite a scuola, a Milano, e definite dai loro coetanei ‘ragazze doccia’.

Nei giorni scorsi sull’edizione on line del Corriere della Sera era stato pubblicato un articolo sulle cosiddette ‘ragazze doccia’, articolo che riportava un’intervista al professor Luca Bernardo. Il professore parlava, appunto, di 8 ragazzine milanesi, 7 delle quali di famiglie benestanti e iscritte a scuole private, che nel 2009 si prostituivano a scuola non per soldi ma per beni materiali e che poi sono venute fuori da questa realtà grazie a un percorso di riabilitazione intrapreso con una equipe all’ospedale Fatebenefratelli di Milano.

Erano adolescenti in cerca di popolarità, che avrebbero usato il corpo per ‘irretire’ coetanei, offrendo prestazioni sessuali in cambio di ricariche del cellulare, telefonini e altri beni materiali. I coetanei le chiamavano ‘ragazze doccia’, perché facevano sesso quotidianamente, come si fa la doccia appunto. Il procuratore presso il Tribunale per i minorenni di Milano, Monica Frediani, ha delegato ad un magistrato dell’ufficio il compito di acquisire tutte le informazioni utili per arrivare, in primo luogo, all’identificazione delle ragazze. Il primo passo, dunque, sarà quello di prendere contatto direttamente con il professor Bernardo.

Al momento, come ha spiegato il procuratore Frediani, ”siamo soltanto ad una fase conoscitiva di acquisizione di informazioni”. Bisognerà accertare, prima di tutto, se le ragazze sono ancora minorenni ”per capire – ha chiarito Frediani – se, dopo una valutazione sulle loro condizioni familiari anche attraverso i servizi sociali, sono minori da tutelare” attraverso un procedimento amministrativo e con interventi rieducativi. I pm controlleranno anche se i loro nominativi siano già stati segnalati o meno alla Procura in passato. In secondo luogo, gli inquirenti dovranno valutare se possano emergere profili di reato a carico di persone che le abbiano indotte o costrette a prostituirsi. Anche se diventate maggiorenni potrebbero, infatti, in linea teorica, essere state parti offese di reati da minorenni. Da quanto contenuto nelle notizie di stampa, però, al momento ”non sembra che siano stati evidenziati profili di reato – ha aggiunto il procuratore – anche perché un medico altrimenti avrebbe avuto l’obbligo di denunciarli”.