Rai: 150 mila firme contro il Tg1 di Minzolini

Pubblicato il 5 Marzo 2010 - 20:46 OLTRE 6 MESI FA

Minzolini by night

Una grossa valigia con migliaia di pagine e oltre 150 mila firme, per chiedere al Tg1 una rettifica dopo che nell’edizione delle 13.30 di venerdì 26 febbraio ha parlato di “assoluzione” anziché di prescrizione nei confronti dell’avvocato inglese David Mills.

E’ la petizione del popolo del web consegnata oggi da Arianna Ciccone, prima firmataria dell’appello e organizzatrice del gruppo su Facebook, al responsabile delle Relazioni esterne della Rai, Guido Paglia, alla presenza del segretario e del presidente della Federazione nazionale della stampa, Franco Siddi e Roberto Natale.

Siddi (Fnsi): “I Giornalisti non possono fare e disfare le notizie”

“Ci è sembrato un atto di doverosa attenzione e ascolto alle istanze dei cittadini”, sottolinea Siddi. “Consideriamo questo atteggiamento del popolo del web molto civile: è un atto di amore verso il servizio pubblico, che si vuole quanto più possibile riferimento di un’informazione completa, rispettosa dei fatti, attendibile e quindi siamo convinti che la loro segnalazione meriti ascolto e abbia diritto di risposta”.

“Gli errori in buona fede – sottolinea ancora il segretario della Fnsi – possono essere compresi, ma è necessario dare risposte a quanti, come capita in questo caso, pensano invece che non si sia trattato di puro e semplice errore, dimostrando che esistono i meccanismi per farvi fronte, recuperando il valore della credibilità, bene inestimabile del lavoro giornalistico e tanto più del servizio pubblico”.

Quel “valigione pieno di carta”, secondo Siddi, è “un modo per dire a tutto il giornalismo italiano che i cronisti devono prestare ancora più attenzione nel loro lavoro, perché oggi, anche grazie alla disponibilità di più fonti dirette, non possono mai interpretare la loro funzione come un potere che può fare e disfare le notizie. Le notizie non sono irregimentabili e non si militarizzano mai, né bisogna dare la sensazione che questo possa accadere”. “Per tutto il giornalismo, insomma – conclude Siddi – oggi é suonata una campana di avviso che merita riflessione, ascolto, risposta”.