“Rai, se non paghi tangenti non lavori”, indagati dei dirigenti dell’azienda

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Giugno 2013 - 08:54 OLTRE 6 MESI FA

"Rai, se non paghi tangenti non lavori", indagati dei dirigenti dell'aziendaROMA – “Ho rifiutato di pagare tangenti ad alcuni funzionari e per questo alla Rai non mi fanno più lavorare”. Dopo la denuncia fatta dall’imprenditore capo della Ldm, Pietro Di Lorenzo, per i dirigenti Rai arrivano le prime iscrizioni nel registro degli indagati. Sotto inchiesta finiscono i capistruttura dell’Ente di Stato che avrebbero ostacolato l’attività della stessa Ldm. Le parole di Di Lorenzo hanno evidentemente trovato riscontro nelle verifiche disposte dalla Procura di Roma e adesso si vuole accertare se anche i vertici, informati di quanto era accaduto, possano essere chiamati a rispondere delle irregolarità che sarebbero state compiute da chi aveva il mandato di organizzare le prime serate di Raiuno e Raidue.

Spiega Fiorenza Sarzanini per il Corriere della Sera:

In ballo ci sono programmi di grande richiamo: da «I raccomandati» a «Butta la luna», da «Ciak si canta» a «Punto su di te»; ma anche fiction che hanno ottenuto buoni ascolti come «Il capitano». Nel 2006, quando il suo rapporto con la Rai viveva il momento di massimo splendore, il fatturato dell’azienda fu di 18 milioni di euro, adesso è sceso a 2 milioni. «Faccio altro, sono un imprenditore di successo – chiarisce Di Lorenzo – ma resto convinto che questo sistema debba essere stroncato e solo per questo ho deciso di rivolgermi alla magistratura”.

 

La denuncia presentata da Di Lorenzo e dai suoi avvocati Alessandro Diddi e Piergerardo Santoro elenca in maniera dettagliata i “soprusi” subiti da quella che viene definita “una banda di dirigenti Rai infedeli”. Poi indica i nomi degli alti funzionari che lo avrebbero boicottato: l’ex capostruttura di Raiuno Giampiero Raveggi, ora in pensione; sua moglie Chiara Calvagni, attuale capostruttura dell’Ufficio Risorse; Chicco Agnese, responsabile dei palinsesti di Raiuno. L’istanza ipotizzava il reato di concussione, i magistrati al momento contestano l’abuso d’ufficio. “Accuse campate per aria, chiariremo tutto”, replicano loro.

Prosegue la Sarzanini:

«Fu proprio nel 2006 – è scritto nell’esposto – che Raveggi mi chiese in prestito 5.000 euro. Mi accorsi ben presto che non voleva un prestito ma somme di ben altra portata, nonché una serie di “favori” da elargire a persone a lui vicine. Quando rifiutai di versare una tangente da 100 mila euro, ho subito vessazioni che hanno portato la Ldm ad essere praticamente azzerata dalla Rai». Secondo l’imprenditore i suoi format sono andati in onda con una controprogrammazione forte «in modo da farli risultare un flop», gli ospiti scelti per partecipare «sono stati contrattualizzati soltanto all’ultimo momento e con cachet molto inferiori alle richieste», alcuni show e fiction sono stati «cancellati senza alcuna spiegazione». Tra i testimoni indica tra gli altri Fabrizio Frizzi, Claudio Lippi, Martina Colombari, Elisabetta Canalis.