Raoul Casadei è morto, il re del liscio era ricoverato per il coronavirus a Cesena: aveva 83 anni

di FIlippo Limoncelli
Pubblicato il 13 Marzo 2021 - 13:12 OLTRE 6 MESI FA
Raoul Casadei morto coronavirus

Raoul Casadei è morto, la re del liscio era ricoverato per il coronavirus a Cesena: aveva 83 anni (foto ANSA)

E’ morto Raoul Casadei. Ricoverato all’ospedale Maurizio Bufalini di Cesena con il coronavirus il re del liscio si è spento stamattina, sabato 13 marzo. Casadei aveva 83 anni e si era contagiato insieme a vari famigliari  che si trovano in quarantena fiduciaria a Villamarina di Cesenatico. Dopo il ricovero le sue condizioni erano andate aggravandosi progressivamente.

Aggiornamento articolo ore 13:12.

Raoul Casadei ricoverato per coronavirus ad inizio marzo

Raoul Casadei era stato ricoverato all’ospedale Bufalini di Cesena per coronavirus il 2 marzo. Oltre a lui anche altri famigliari della ‘dinastia’ romagnola sono stati contagiati. Raoul viveva con la moglie Pina e i figli al ‘recinto’ di Cesenatico.

“Sta benino – raccontava la figlia Carolina al quotidiano Il Resto del Carlino – e la nostra preoccupazione maggiore è stato quando abbiamo notato sul saturimetro che la saturazione era bassa. Anche in considerazione dei suoi 83 anni compiuti il 15 agosto, i medici che sono venuti a casa a fargli l’ecografia ai polmoni e hanno visto che aveva un po’ di polmonite, ci hanno consigliato di ricoverarlo”. 

Chi era Raoul Casadei

Raoul Casadei, nato a Gatteo il 15 agosto del 1937, leader dell’orchestra più famosa d’Italia, ha fatto ballare, incontrare e innamorare generazioni di italiani. Si era appassionato alla musica a sedici anni, quando lo zio Secondo, direttore della più famosa orchestra di liscio romagnolo (fondata da lui nel 1928), gli aveva regalato una chitarra. 

Alla fine degli anni ’50 i suoi primi spettacoli dell’Orchestra Casadei. Lo zio decise così di rinominare la sua formazione “Orchestra Secondo e Raoul Casadei”. L’Orchestra Casadei dagli anni ’60 diffondeva la musica da ballo romagnola in tutta l’Italia eseguendo più di 365 concerti all’anno. Nel 1971, dopo la morte dello zio Secondo, Raoul aveva preso in mano la conduzione dell’orchestra.

Il suo è stato un successo giocato sulle note morbide e allegre del folk romagnolo e su una capacità innata di parlare, dal palco, con il pubblico. Il suo scopo era, infatti, far conoscere a livello mondiale il genere musicale del liscio, attraverso i valori della propria terra romagnola: la famiglia, l’amore e l’amicizia.

Su quella sorta di inno nazionale, Romagna Mia, scritta dallo zio, Secondo Casadei, (brano da oltre 4 milioni di copie vendute), ha costruito una carriera leggendaria. Risale al 1973 uno dei suoi più grandi successi: Ciao mare. Negli anni seguenti altri altri successi: Simpatia, La mazurka di periferia, Romagna e Sangiovese, Romagna Capitale, Tavola grande. L’Orchestra Casadei, sulla cresta dell’onda, partecipa per la seconda volta al Festivalbar (1973), esordisce al Festival di Sanremo (1974) e a Un disco per l’Estate (1975).

La sua fama lo aveva portato anche ad interpretare spot pubblicitari, film e fotoromanzi. Era stato anche compositore di musiche di sigle televisive (fra cui E viene sabato, e poi domenica per la trasmissione Domenica In del 1977 e Rimini Rimini Rimini per l’edizione del 1991 della trasmissione Stasera mi butto) e di soap opera. 

Il ritiro dal palcoscenico avvenne nel 1980. Ma, Raoul Casadei, dai riflettori passò dietro le quinte, continuando a gestire l’orchestra, la cui guida finì nelle mani del figlio Mirko, nel 2001. Tra i tanti riconoscimenti ricevuti, è stato insignito, nel 2019, del “Premio Romagnolo dell’Anno”.