Lanciano, Niva Bazzan mutilata dai banditi: “Io li perdono, ma lo Stato sia severo”

di redazione Blitz
Pubblicato il 27 Settembre 2018 - 13:04 OLTRE 6 MESI FA
Lanciano, Niva Bazzan mutilata dai banditi: "Io li perdono, ma lo Stato sia severo"

Lanciano, Niva Bazzan mutilata dai banditi: “Io li perdono, ma lo Stato sia severo”

LANCIANO – “Io li perdono perché questo mi aiuterà a recuperare serenità, ma lo Stato sia severo”. Lo ha detto Niva Bazzan, la moglie di Carlo Martelli, che insieme al marito è stata aggredita nella sua villa a Lanciano da una banda feroce di rapinatori che le hanno tagliato un orecchio.

Con la stessa forza d’animo del marito, che il giorno dopo aver visto la morte in faccia e i rapinatori accanirsi sulla moglie, disse al Tg1 che un’arma in casa no, non la terrebbe mai, Niva Bazzan è pronta a perdonare i suoi mutilatori. Lo ha confidato al prefetto di Chieti, Antonio Corona. che si è recato a farle visita in ospedale. 

“Io li perdono – ha detto la 70enne – lo Stato però non li deve perdonare. Non provo rabbia, ma un grande dispiacere per tanta violenza inutile”. Il prefetto, insieme al direttore della Asl Lanciano Vasto Chieti, Pasquale Flacco, al direttore della Chirurgia, Lorenzo Mazzola, al sindaco di Lanciano, Mario Pupillo, e al presidente del Consiglio comunale, Leo Marongiu, ha fatto visita anche a Carlo Martelli. L’incontro, già concordato ieri, è avvenuto mentre si diffondeva la notizia dell’arresto di alcuni componenti della banda.

“Mi sento davvero confortato dagli arresti – ha detto Martelli – La soluzione così rapida del caso mi permetterà di essere più sereno anche nel rientrare a casa. Ho raccontato quello che mi è successo per aiutare le indagini, ora non vedo l’ora di tornare alla normalità senza paura” 

“La vicenda che vi ha visto coinvolti è stata un duro colpo per tutti noi”, ha detto il prefetto Corona sottolineando la gravità delle azioni commesse dai malviventi “impressionati anche dal livello spropositato di violenza che è stata usata”.

Da parte di Martelli l’invito, ora, a spegnere i riflettori su di lui: “Ho reso testimonianza anche attraverso i media di quanto ho vissuto perché lo ritenevo un dovere di cittadino, ma ora è tempo che i riflettori non siano più accesi su di me” ha concluso l’uomo.