Reddito di cittadinanza, 5 denunciati a Monza: anche la moglie dell’impiegato Inps che si “dimentica” del marito

di redazione Blitz
Pubblicato il 1 Dicembre 2021 - 12:47 OLTRE 6 MESI FA
Reddito di cittadinanza, 5 denunciati a Monza: anche la moglie dell'impiegato Inps che si "dimentica" del marito

Reddito di cittadinanza, 5 denunciati a Monza: anche la moglie dell’impiegato Inps che si “dimentica” del marito (Foto Ansa)

Cinque persone denunciate a Monza perché sospettate di aver percepito illecitamente il reddito di cittadinanza, tra loro anche un impiegato dell’Inps. O meglio la moglie che, insieme ad altri due familiari, avrebbe falsificato la documentazione, omettendo proprietà immobiliari e ben tredici veicoli, oltre che “dimenticandosi” di inserire nella richiesta i 25 mila euro percepiti dal marito quale impiegato pubblico. 

Così la donna è riuscita ad ottenere il sussidio. Con loro denunciata anche un altra persona che, a sua volta, è accusata di truffa allo Stato per aver fornito documenti falsi per poter accedere al reddito.

La Procura di Monza ha già avviato le procedure per il recupero del denaro sottratto.

Reddito di cittadinanza, 110 stranieri denunciati a Messina

La guardia di finanza di Messina ha sequestrato 817 mila euro a 110 cittadini stranieri che avrebbero percepito il reddito di cittadinanza senza averne diritto. Il provvedimento, emesso dal gip, su proposta della Procura guidata da Maurizio de Lucia, nasce dalle indagini delle Fiamme Gialle che hanno esaminato una platea di oltre 2000 stranieri, extracomunitari e comunitari, che avevano richiesto e percepito il beneficio: in maggioranza cittadini rumeni, nigeriani, marocchini, srilankesi, ma anche persone che provenivano dall’America Latina e dai paesi arabi.

Il reddito di cittadinanza è riconosciuto ai nuclei familiari che, al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio, siano in possesso dei requisiti di cittadinanza, residenza, soggiorno e reddito previsti dalla legge.

Incrociando le informazioni segnalate dai beneficiari con quelle emerse dalle banche dati della Finanza, sarebbero emerse delle discrasie in relazione al possesso dei requisiti in particolare quelli relativi alla residenza. Il richiedente, al momento della presentazione della domanda, deve vivere in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo.

Dalle indagini è emerso che i 110 stranieri presentando la domanda avevano mentito sul punto. Alcuni, tra il 2019 ed il 2021, avrebbero percepito somme superiori a 29 mila euro. Agli accertamenti ha collaborato anche l’Inps di Messina, che ha messo a disposizione del Reparto tutti gli elementi necessari ad effettuare gli approfondimenti. 

Reddito di cittadinanza, 55 denunce a Foggia: anche detenuti

La Guardia di Finanza di Foggia ha denunciato 55 persone perché accusate di aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza. I finanzieri nel corso delle indagini hanno accertato che la somma sottratta illecitamente all’Inps ammonterebbe a circa 530 mila euro.

Nello specifico i militari hanno verificato che in 30 casi il richiedente non aveva comunicato di essere stato sottoposto ad una misura cautelare o non aveva segnalato la presenza nella propria famiglia di un componente raggiunto dalla stessa misura coercitiva.

Tra questi, le cui indebite percezioni ammontano a circa 250 mila euro, ci sarebbe anche un componente di spicco della “Mafia Garganica”. In un altro caso, un pregiudicato aveva regolarmente presentato domanda per percepire il reddito di cittadinanza presso un Caf pur trovandosi in carcere.

Per gli altri 25 indagati, nella richiesta del beneficio sarebbero state fornite false informazioni relative alla composizione del nucleo familiare, ai redditi percepiti o alla posizione lavorativa. Tra questi, un collaboratore domestico che, dopo aver denunciato il proprio datore di lavoro per non aver provveduto a regolarizzare la propria posizione contributiva e assicurativa, è risultato percepire il sussidio o, ancora, il caso di un cameriere che lavorava “in nero” in un ristorante di Cerignola ma percepiva contemporaneamente il sostegno economico.

Tutte le posizioni illecite emerse dalle indagini sono state segnalate all’Inps per la revoca e il recupero del contributo economico non dovuto.