Reddito di cittadinanza, i rumeni della truffa si vantavano su TikTok con i video dei soldi

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 12 Novembre 2021 - 10:23 OLTRE 6 MESI FA
Reddito di cittadinanza, i rumeni della truffa si vantavano su TikTok con i video dei soldi

Reddito di cittadinanza, i rumeni della truffa si vantavano su TikTok con i video dei soldi (Foto da video)

I rumeni della truffa del reddito di cittadinanza si vantavano sui social delle loro malefatte. Su Tiktok avevano postato video in cui mostravano i soldi (che avevano sottratto al fisco italiano).

La truffa del reddito di cittadinanza

Se non fossero finiti in cella avrebbero sottratto alle casse dello Stato circa 80 milioni di euro. A fronte di circa 10 mila domande di reddito di cittadinanza ed emergenza “falsificate” e presentate per conto di altrettanti rumeni.

Con un piano che ha consentito di insinuarsi “nelle pieghe di un articolato sistema burocratico, approfittando delle lacune esistenti e dei ritardi nei controlli” per ottenere “ingenti profitti ingiusti ai danni del Bilancio nazionale” e anche di chi davvero aveva diritto a quella ciambella di salvataggio.

Per questo 16 persone, quasi tutte originarie della Romania, un solo italiano e un egiziano, sono state arrestate in varie regioni, dalla Lombardia alla Puglia e alla Sicilia. Con le accuse, contestate a vario titolo, di associazione per delinquere, truffa aggravata ed estorsione.

Truffa reddito di cittadinanza: i video su TikTok

Una montagna di soldi anche esibita come un trofeo di ricchezza da una delle donne, ora in carcere. Che aveva postato su TikTok almeno tre video in cui, con il sottofondo di una musica arabeggiante, sventola e conta pile di banconote.

Le richieste “fasulle” riguardavano persone originarie della Romania. I cui documenti di identità venivano rastrellati dai “procacciatori” loro connazionali. E “che non risultano, contrariamente a quanto dichiarato”, aver vissuto mai a Milano e nemmeno in Italia.

Ciascuno, poi, non solo era “titolare esclusivamente di codice fiscale attribuito solo pochi giorni prima che venisse presentata la domanda”. Ma era privo anche del requisito che prevede di aver risieduto nel nostro Paese per almeno 10 anni.

A testimoniare le anomalie, tra l’altro, anche gli indirizzi di residenza a Milano. In 518 hanno dichiarato di vivere tutti nello stesso palazzo di Piazza Selinunte, in 287 in via degli Apulia in un unico condominio e 212 in viale Aretusa allo stesso numero civico.

Anomalie su cui dipendenti compiacenti dei Caf chiudevano un occhio, per via dei 10 euro che spettavano a loro per ogni pratica, oppure erano costretti a mandarle avanti dopo pesanti minacce e insulti.