Reggio Emilia, uccide il figlio tossicodipendente e si spara

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Aprile 2014 - 21:01 OLTRE 6 MESI FA
Padre uccide il figlio tossicodipendente poi si spara

Padre uccide il figlio tossicodipendente poi si spara

SCANDIANO (REGGIO EMILIA) – Omicidio-suicidio nell’Ospedale Magati di Scandiano: la sera del 17 aprile Enrico Degani, 66 anni, ha ucciso il figlio tossicodipendente Andrea, 35 anni, ricoverato nella struttura sanitaria. Poi è entrato in bagno e si è sparato. 

Il killer aveva con sé una Beretta 7,65, regolarmente detenuta, che è passata inosservata agli occhi dell’altro paziente presente in stanza, ma non a quelli di sua figlia: la donna ha visto Degani estrarre l’arma e sparare al figlio, che proprio quella sera doveva essere dimesso.

L’uomo non sopportava il fatto che il 35enne continuasse a fare uso di stupefacenti. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri reggiani, proprio la sofferenza derivata dalla scelta del giovane, da tempo fonte di  preoccupazione e sofferenza per la sua famiglia,  avrebbe portato il padre disperato a compiere un gesto così estremo.

Andrea era entrato circa un anno e mezzo fa nella Comunità di San Patrignano, sostenuto dall’aiuto della sua famiglia. Ma il percorso era durato poco più di 20 giorni, perché alla fine aveva continuato a drogarsi. “Era uno dei tanti ragazzi che iniziò con una canna, nella convinzione che quella trasgressione non nascondesse alcun pericolo”, si legge in una nota diffusa sul sito della comunità di recupero di Coriano, che continua:

«Ogni giorno ci troviamo ad affrontare situazioni limite come quella di Andrea, costretti a camminare sulla strettissima linea di confine fra chi sceglie di provare a tornare alla vita e di chi si sente troppo debole per tentare di ritrovarsi. E’ per questo che proviamo a prenderli per mano, quando addirittura non in braccio, sostenendoli e cercando di far capire loro che la vita è un dono, fatta sì di sacrifici e di impegno, ma anche di passioni e di bellezze da scoprire. Un compito difficilissimo che però continuiamo e continueremo a portare sempre avanti, certi che i nostri giovani abbiano sempre più bisogno di esempi e modelli educativi, e di qualcuno che in base ai momenti della vita sappia dirgli un no o un “eccomi, sono qui”».