Suora mamma. Roxana Rodriguez monache astiose. E la carità? Sarà perché donne?

Pubblicato il 20 Gennaio 2014 - 12:22 OLTRE 6 MESI FA
Suora mamma. Roxana Rodriguez monache astiose. E la carità? Sarà perché donne?

Poca carità fra le suore

La vicenda di Roxana Rodriguez, la suora di 32 anni originaria del Salvador che ha partorito  un bambino ha un risvolto amaro e uno dolce. Quello amaro è dato dalla poca carità cristiana dimostrata nei suoi confronti dalle consorelle, le altre suore incattivite con lei; quello dolce è dalla solidarietà dei tanti che si è messa in moto per aiutarla e anche le più meditate parole dei sacerdoti, che si sono occupati del caso.

Nonostante Roxana Rodriguez abbia chiamato il suo bambino Francesco, come il Papa, gli ammonimenti al perdono e alla carità dello stesso Papa Francesco sembrano caduti nel vuoto, dalle parti di Rieti, dove si trova, a Campomoro, il convento  dell’ordine delle Piccole discepole di Gesù di cui faceva parte Roxana Rodriguez.
Contano certo le parole di mons. Gianfranco Girotti, per oltre dieci anni, fino al giugno 2012, reggente della Penitenzieria Apostolica, il primo Tribunale della Curia romana, secondo il quale la vita religiosa è incompatibile con quella di madre.  Fin qui nulla da eccepire.
“Dal punto di vista evangelico deve prevalere sempre l’atteggiamento di aiuto. Questo dev’essere il primo sentimento, tanto più trovandoci di fronte a una vita che nasce”.
Non sembra la pensino così le monache. Vediamo le parole di Suor Erminia, la Superiora di Roxana:
“Non ha fatto del male a nessuno, ma ci ha mentito. No, qui non tornerà di sicuro. Non ha saputo resistere alla tentazioni. Ho già avvertito la madre generale. Spetterà agli organi superiori della nostra congregazione prendere una decisione. Non gradiamo quel che è accaduto, il clamore che la notizia ha suscitato e che, in verità, proprio non riesco a capire, a comprendere”.
Anche le altre monache non l’hanno presa bene. Ha scritto il Messaggero di Roma:
“Al convento di Campomoro, in effetti, le consorelle sono molto arrabbiate con lei: «No che non andremo a trovarla in ospedale — scandisce al citofono una voce — ma vi pare giusta una cosa del genere, scusate?».
Ma, scusate, un po’ di carità cristiana? Perché non la avete perdonata e accolta in un angolo del convento, adottando tutte assieme il bambino. Dove solo le tante belle parole sulla vita?
Ben diverso l’atteggiamento delle gerarchie religiose. Sarà che sono uomini?

Don Benedetto Falcetti, direttore della Caritas di Rieti e parroco di San Michele Arcangelo, la parrocchia frequentata dalla suora, ha detto al Messaggero:

“Ci stiamo muovendo per trasferire la nostra consorella in una struttura per ragazze madri gestita da noi e lontano da Rieti. Non vogliamo giudicare, ha peccato ma noi seguiamo la via del perdono”.

Don Fabrizio Borrello, parroco di Regina Pacis, altra chiesa di Rieti:

“Di certo, anche se ha sbagliato non la lasceremo sola. La nostra Diocesi si occuperà di trovare una sistemazione degna per mamma e figlio”.

La parola del Vescovo di Rieti, monsignor Delio Lucarelli:

“Apprezzamento per la scelta di prendersi cura del neonato, pur considerando la gravità della circostanza sotto il profilo morale e canonico, per il venir meno di un impegno solennemente assunto con i voti della professione religiosa”.

“Il Vescovo rinnova la propria «vicinanza umana e spirituale alla suora» e ringrazia anche coloro che in queste ore, mentre la religiosa è ancora ricoverata nel reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale San Camillo de Lellis, «nel silenzio e nell’anonimato hanno fatto giungere i loro doni alla neo-mamma».

“I credenti e i cittadini di buona volontà colgano l’aspetto positivo ed edificante della vicenda che ha a che fare con l’accoglienza di una nuova vita anche se in condizioni molto particolari.

“Pregate e siate vicini alla suora con buoni sentimenti e senza pregiudizi e chiusure”.

Tutta Rieti invece si è mobilitata. Nelle parole di Roxana, 

“in un baleno, dopo la nascita di Francesco, mi hanno regalato pannolini, tutine, bavaglini e cuffiette, visto che io non ero minimamente preparata. Hanno anche organizzato una colletta per quando uscirò dal convento e non avrò più mezzi per vivere”.
C’è anche un imprenditore di Rieti, Giuliano Proni , che ha detto di volere aiutare economicamente Roxana:
“Vogliamo dare un futuro a suo figlio. Adesso mi confronterò anche con altre persone e decideremo la cifra totale che gli daremo. Cercheremo di portarlo fino ad un’età che possa garantirgli un futuro. Il nostro è un impegno ufficiale”.
La sua decisione, ha raccontato al Tg5, è arrivata dopo la visita alla chiesa di San Francesco, sul Terminillo:
“In quel momento ho potuto riflettere e prendere la decisione di aiutare questo bambino”. 
C’è poi il mistero della rosa, una rosa rossa che è stata consegnata, informa il Messaggero, a Roxana Rodriguez
“con tanto di bigliettino allegato intorno alle 18 di domenica nella blindatissima stanza che la ospita, piantonata 24 ore su 24 da un vigilantes della Sabina Pol”.

“A fare da tramite tra chi ha spedito l’omaggio e la suora mamma è stata la dottoressa Letizia Dini, la ginecologa che l’ha assistita nel parto. E un’ora più tardi, un’anziana signora, tra le pochissime ammesse a parlare con la giovane religiosa, l’ha posata ai piedi di una statua della Madonna, fuori dal reparto di Neonatologia, priva della targhetta del negozio che ha ricevuto l’ordine di consegna”.

Resta il punto interrogativo sul padre di Francesco Sandrino. Gli indizi portano al paese di origine della donna e non a Rieti. A Rieti era spesso in giro, accompagnava le anziane della casa di riposo dal parrucchiere, cantava nel coro parrocchiale, aveva diverse conoscenze laiche, ma chi la conosce esclude con convinzione qualsiasi coinvolgimento locale.

Roxana Rodrigez la scorsa primavera è tornata nel suo paese di origine. E lì dovrebbe essersi compiuto il fatto. Scrive Mario Bergamini sul Messaggero:

“Emergono, intanto altri particolari della vita della giovane suora salvadoregna. A iniziare dalla profonda delusione amorosa che l’avrebbe spinta ad abbracciare i voti. E proprio il vecchio amore della suora, ritrovato durante il viaggio della primavera scorsa, sarebbe all’origine della maternità”.